Fernando Lena è nato a Comiso in Sicilia nel 1969 dove da un po’ d’anni vive e lavora e dove anche si è Diplomato all’istituto d’arte. Ha pubblicato diversi libri di poesie dall’esordio nel 1995 con E’ vola via (edizioni Libro Italiano). Dopo un silenzio di quasi dieci anni pubblica una suite ispirata a otto tele del pittore Piero Guccione (in omaggio ai i suoi settant’anni) edito dalla Archilibri di Comiso cui segue per le medesime edizioni la raccolta Nel rigore di una memoria infetta. Del 2014 è La quiete Dei respiri fondati (per i Quaderni Dell’Ussero, Puntoacapo editrice) e uil libro d’arte Fuori dal mazzo, (2016; edizioni fuori commercio). Suoi testi sono ospitati in diversi blog e partecipa spesso in festival dove la contaminazione e la ricerca poetica si fonde con altre discipline artistiche.
Fernando Lena
da Quasi uno sprologo
(inedito)
Manicomio di Aversa, ore 20.00
Questa volta il mondo me lo lascio dietro,
dietro a mura altissime
lascio il tempo coltivato a mais,
le zolle ferree,il fischio degli irrigatori.
A quest’ora le benzodiazepine
tengono in ostaggio i pazienti
e niente trattiene il buio come i viali
niente come le arterie
riesce a farsi calpestare dai fantasmi
ormai troppi per un massacro durato un grido.
Con te la follia è un sole in sovrappeso,
una giornata che si spezza
per la fragilità dei ricordi.
Con te i padiglioni
sono dialoghi serrati dall’elettroschoc
e non dovrebbero chiamarla violenza
la scarica che riporta all’origine
l’odore molecolare delle bestie.
Noi apparteniamo
alla luce sfumata del rito
solo quando il grafico innalza
le percentuali della dipendenza:
come dei fottuti masochisti
ci siamo infettati per non curarci
con un raggio di sole.
(vuole nascondersi nella valigia Italo
anche solo per viaggiare
qualche ora nella civiltà dei semafori.
Carlo si china per l’ultimo mozzicone,
dopo fumerà le arterie rinsecchite
ma la malinconia in certe ore è fumo
che tocca le nuvole
per ricadere febbricizzante nelle celle).
°°°
(Ernesto con i suoi vent’anni
passati a fissare fughe inarrestabili
qui è il guardiano eppure
non pensa come tale
e respira da prigioniero
dopo aver capito
che nessun spazio è infinito
se gli occhi inforcano regole;
ormai vivere per incenerirsi
lascia già in bocca l’amaro del presagio,
la pena redentiva del germoglio).
°°°
(Elisa mi regala uno dei suoi disegni
per un bambino che non ho
o per il bambino che dovrei essere
se avessi avuto la forza
di non abbandonare l’innocenza:
credo che lei sia un po’ una veggente
se ha visto nella mia tristezza
un adolescente immobilizzato
nello sguardo di un farmacista
mentre l’urlo di una siringa
annunciava un castigo
durato un’eternità,
perché il grammo
nell’attimo in cui si offre al caos
azzera il tempo,i movimenti,
quei colori sfaccettati di un’alba e un tramonto).
°°°
Le notti in infermeria sono tutte uguali.
Dopo qualche urlo bloccato con una cintura
i corridoi stagnano come paludi,
la puzza di stantio stordisce perfino le zanzare,
non c’è una presenza di libertà
a parte il peso chimico del sonno,
lentamente così le menti
diventano arcipelaghi taciti
e Matteo incomincia a navigarci attorno,
con un telecomando fissa mondi
di una felicità disarmante.
A volte poi si addormenta
per esplodere nella schizofrenia improvvisa dell’alba.
Quando tutto ricomincia a morire
un solo avvertimento di luce non esclude
la potenza di un futuro fatiscente).
Fernando Lena è nato a Comiso in Sicilia nel 1969 dove da un po’ d’anni vive e lavora e dove anche si è Diplomato all’istituto d’arte. Ha pubblicato diversi libri di poesie dall’esordio nel 1995 con E’ vola via (edizioni Libro Italiano). Dopo un silenzio di quasi dieci anni pubblica una suite ispirata a otto tele del pittore Piero Guccione (in omaggio ai i suoi settant’anni) edito dalla Archilibri di Comiso cui segue per le medesime edizioni la raccolta Nel rigore di una memoria infetta. Del 2014 è La quiete Dei respiri fondati (per i Quaderni Dell’Ussero, Puntoacapo editrice) e uil libro d’arte Fuori dal mazzo, (2016; edizioni fuori commercio). Suoi testi sono ospitati in diversi blog e partecipa spesso in festival dove la contaminazione e la ricerca poetica si fonde con altre discipline artistiche.
Fotografia di proprietà dell’autore.