Ennio Cavalli — Inediti. “Poesie dopo il silenzio”

 

Una schietta, prosaica e impietosa ironia gozzaniana attraversa questi inediti di Ennio Cavalli, Poesie dopo il silenzio. Lo stesso silenzio che, nella precedente raccolta dell’autore, uscita per La Nave di Teseo, “è migliore” di lui. Un silenzio che rappresenta e interpreta un alter ego, una sostenibile alternativa all’io e perfino alla poesia la quale, a sua volta, perimetrando (senza sfondarlo) il muro del suono e del ritmo, si mostra e si dimostra come possibilità del linguaggio di superare sia il silenzio che l’io medesimo, raggiungendo incolume il cuore della Storia dove risiede di diritto il soggetto dicente.
“Gli uomini inventarono i miti / e i miti fecero largo agli dei, / gli dei additarono qualcosa a monte dei fiumi / e le pietre di paragone schizzarono in quella direzione” è una quartina nodale nel sistema poetico in esame, svolta in versi ipermetri, privi non a caso di isostrofismo ed espliciti nel tratteggiare i contorni di un’epica umana sovratemporale che si continua a ripetere in ogni epoca.

Dieci testi inediti di Ennio Cavalli usciranno nel prossimo numero di Atelier cartaceo, accompagnati da una mia nota introduttiva.

 

Gisella Blanco

 

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POESIE DOPO IL SILENZIO

 

 

Prima

 

1

 

Prima del tempo c’erano
trottole girandole spiedi
mossi dal vento.

Prima del vento c’era il silenzio,
ma non assoluto,
era un silenzio a strisce e stringhe,
negli interstizi crescevano i licheni.

Prima dei licheni c’erano una cava di pietra
e un gocciolio di acque la cui azione
aveva creato uno spacco attraverso il quale
filtrava il passato,
un bel giorno il gocciolio cessò
dando forma al presente.

 

 

2

 

Prima delle vittorie sul campo
e degli spazi d’affissione
si erano imposti il senso dell’onore
e la supremazia della natura.

Gli uomini inventarono i miti
e i miti fecero largo agli dei,
gli dei additarono qualcosa a monte dei fiumi
e le pietre di paragone schizzarono in quella direzione.

Gli eroi stavano seduti sui calcagni
di fronte alle proprie statue
finché Orso Bianco disse Qui comando io
e arrivarono i sottomarini atomici
i profumi dell’estate rifluirono nei flaconi,
le vedove riempirono i tunnel di pianti,
gli orfani tenuti per mano evaporarono
per l’onda d’urto,
quella fu la prima guerra a non finire mai.

 

 

 

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Invasioni

 

Forestiero, levati le foreste dalla mente.
Indigeno, le tue carte non valgono un fico secco.
Infedele, prostrati davanti al nuovo dio.
Donna, metti in tavola qualcosa di buono
e apparecchiati ai nostri appetiti.
Tu, la piuma sul cappello, sorveglia i ribelli.

 

 

 

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Ennio Cavalli, nato a Forlì nel 1947, vive a Roma. Il suo lavoro di scrittore si è sempre intrecciato con quello di inviato Rai, come racconta il libro edito da Rubbettino Ci dice tutto il nostro Inviato (Un secolo di rivolgimenti e altre minuzie). Con il romanzo Quattro errori di Dio, tradotto anche in francese, ha vinto il premio Campiello-Giuria dei Letterati. Con Libro grosso ha vinto il Viareggio Poesia; con I gemelli giornalisti sono io! il premio Elsa Morante Ragazzi. Se nascevo gabbiano… era peggio è stato eletto Corvo bianco dalla Internationale Jugendbibliothek di Monaco. Ha firmato per oltre un decennio la trasmissione di RadioRai “Contemporanea”. Ha organizzato e condotto i Festival di poesia “Dagli Appennini alle Onde”, “Antico Presente”, “Ci manda Petrarca…”. Tra le opere in prosa ricordiamo La Bibbia in lattina (con una lettera di Federico Fellini), Il romanzo del Nobel (con una nota di Dario Fo), Fiabe storte, Il poeta è un camionista, Il divano del Nord, La cosa poetica, I gemelli giornalisti sempre in viaggio (quarto della serie), L’amore prima dell’aggettivo, Parabola di un filo d’erba. Tra le ultime raccolte di versi ricordiamo Poesie con qualcuno dentro (con una dedica di Derek Walcott), Trattativa con l’ombra, Qualcuna, Qualcosa, Vangelo di legno verde, Poesie incivili 2004-2017, Orfeo e il Signor Tod, Se ero più alto facevo il poeta (La Nave di Teseo 2019), Amore manifesto (La Nave di Teseo 2022, note di Dacia Maraini e di Pupi Avati), Il silenzio è migliore di me (La Nave di Teseo 2024).

 

 

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