Emanuela Vezzoli (1984) insegna inglese, corregge bozze, scrive, traduce. È laureata in Lingue e Letterature Europee e Panamericane con una tesi su Emily Dickinson, che spesso si fa (s)oggetto di sue lezioni e incontri. Collabora con le case editrici: Cartman Edizioni, Edizioni del Foglio Clandestino, Industria&Letteratura, e con la libreria storica del centro di Lugano, la Wälti. Ogni domenica sera, cura e tiene la rubrica su Radio Deejay, Le parole della notte della Prof. Manu, ove sonda l’origine e le possibili connessioni letterarie di espressioni e singoli termini. La sua prima raccolta poetica, Frantumi, è edita da Robin Edizioni (2021). Sue note critiche compaiono su Le parole e le cose e su PordenoneLegge.
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Shekinah
Scioglimi
come novembre –
Tienimi in bocca
tutto l’amore.
Parlami dentro
la fine di maggio
in un parco qualsiasi
fuori Bologna.
Centro – mi sei.
Il resto rigira
cadendoti fuori.
*
Bereshit
«Lo studi con me
l’ebraico antico?»,
rintocca il Ti amo
più bello del mondo.
In fondo alla gola
caratteri neri –
radici di voci
recidono i cieli.
Cola – il midrash
del nostro principio.
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Creazione
Raccontami ancora
di come
ci ha creati:
l’argilla
l’oro
il lapislazzuli.
– Erano uguali, vero? –
Nel battito
quelle filosofie
blu.
– Uguali, sì. –
Nella bocca
l’impasto dolce
della luce.
*
Crollo
La città mi ha teso
un tranello
di luci
dolci
di asfalto
caldo.
Il ponte cede
sul sogno.
Massacro – d’orbite.
*
Prima dell’alba
Dormi ancora?
Ti disegno
cosmogonia-corpo –
esorbito
dita chiromanti.
La linea di questa vita –
chissà
se l’avevi
prevista.
*
Ritorno
Che poi, la tenerezza
assale
– ancora –
dentro il cielo
di un treno lento.
Senza detriti, addosso –
dopo che il sole
ha ripetuto
che Dio è buono.
*
Poiesis
In attesa
dell’orlo
coagula
il carminio del mare –
Rileggimi
carta straniera,
respirami
sabbia redenta.
Fai nuovo verso
del dire.
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© Fotografia di proprietà dell’autrice.