da Atelier 85:
Appunti progettuali per una critica di poesia, oggi
di Alberto Bertoni
La questione e? che e? finito (o comunque sospeso) il tempo della forma-saggio e che – in questa epoca di narcisismo dilagante – non e? piu? tanto raccomandabile ne? riconoscibile la parola di un soggetto anonimo e impersonale, come dalle soglie del Settantasette auspicava un grande filosofo quale Gilles Deleuze. Cosi? come bisognera? ammettere una volta per tutte che lo storicismo applicato alle discipline umane non ha piu? il minimo fondamento presso le generazioni piu? giovani. Ed e? un esito, questo, che speri- mento ormai da qualche anno con i miei studenti: se, soprattutto nel primo triennio, metto in programma la preparazione di un saggio con tutti i crismi, non importa chi ne sia l’autore, da Raimondi a Guglielmi, da Contini a Segre, da Debenedetti a Garboli, da Mengaldo a Testa, da Bazzocchi a me stesso, posso star sicuro che in sede d’esame anche gli studenti e le studentesse migliori non riusciranno a riferirmelo in tutte le sue argomentazioni e motivazioni, dandone – appunto quando va bene – una sintesi fugace e molto, troppo semplificata. […]
Non si puo? andar contro i capricci e le evoluzioni della storia e il Largo ai giovani! non deve suonare come uno slogan accondiscendente, bensi? come un’assunzione di responsabilita? sempre piu? spiccata. Non si dimentichi che la poesia e? destinata comunque a sopravviverci, ma la critica, per parte sua, dovra? assumere modalita? diverse di articolazione e di stesura, dall’inter- vista al commento (quasi tutto il Novecento poetico italiano, con l’eccezione di Montale, non e? commentato), alla traduzione di testi creativi non meno che riflessivi, nella prospettiva di riuscire a dar conto – senza mai risultare astratta o autotelica – della pluralita? di livelli di senso in un testo (da intendere sempre come un risultato e dunque come un universale costituito secondo princi?pi di totalita? dinamica e di armonia polifonica) e della loro dinamica profonda. Infatti, mai come oggi un corpus testuale immenso, variegato e spesso di alta qualita? come quello della nostra poesia contemporanea, chiede a gran voce spiegazione e interpretazione.(…)
Alberto Bertoni è nato a Modena nel 1955. È autore dei libri di poesia: «Lettere stagionali» (1996, nota di Giovanni Giudici); «Tatì» (1999, omaggio in versi di Gianni D’Elia); «Il catalogo è questo. Poesie 1978-2000» (2000, intervento di Roberto Barbolini); «Le cose dopo» (2003, postfazione di Andrea Battistini); «Ho visto perdere Varenne» (2006, prefazione di Niva Lorenzini); «Ricordi di Alzheimer» (2008 e 2012, con una lettera in versi pavanesi di Francesco Guccini); «Recordare» (2011, con Roberto Alperoli ed Emilio Rentocchini, prefazione di Marco Santagata); e «Il letto vuoto» (2012).
Fotografia dell’autore tratta da Caffè Letterario
L’intervento completo è leggibilie nell’ultimo numero di Atelier (nr 85, La critica letteraria oggi – info, qui)