Vera D’Atri (Roma, 1948) vive a Napoli dal 1992. Ha conseguito il diploma di archivista all’archivio di Stato di Napoli. Solo dopo il 1997 si interessa di scrittura e ottiene una menzione di merito al premio Lorenzo Montano diciassettesima edizione con la raccolta Abitare Sparta, cui fanno seguito una piccola silloge poetica delle Edizioni della Biblioteca a cura di Giovanni Pugliese Il museo di vaniglia e nel 2009 la pubblicazione della silloge Una data segnata per partire edita dalla Kolibris di Bologna. All’attivo anche alcuni racconti pubblicati in antologie e un romanzo Buona bella brava edito dalla Robin Edizioni nel 2010 e recensito da Enzo Rega su L’Indice dei libri. Suoi testi poetici compaiono su riviste, inserti culturali e numerosi blog. È presente inoltre nell’antologia La giusta collera e Alter ego – Poeti al MANN. A maggio 2013 esce la plaquette Una tenace invadenza a cura di Libro Aperto Edizioni.
Vera D’Atri
(inediti)
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Dentro una giornata vuota
un po’ di sole e un po’ di pioggia serena,
la strada libera, mare indiscreto che rovescia
i pensieri, la calma che disperde il vento e,
in lontananza, quel fumo che distrae. La
ruota infine e il testamento.
*
L’ha appena scritta,
l’ha terminata un attimo prima
e già la sta scorrendo
come non ne sapesse nulla, con apprensione,
come gliel’avessero recapitata
urgente, senza mittente,
con il fattorino che guarda in casa
e aspetta spazientito la sua mancia.
È sorprendente.
Nella lunga poesia, ad un certo punto, si parla
di qualcuno che sta cucinando e che nel cucinare
si scotta le dita perché, distratto, medita come scrivere
una lunga poesia. Cerca di calmarsi, sopraffatta
da tanti particolari, vuol mettere una distanza
tra sé e la lunga poesia e quelle dita arrossate
finite sotto l’acqua corrente, che inumidiscono
tutto il foglio mentre l’inchiostro si deposita
schiarendo. La mette ad asciugare.
Annusa l’odore di cucinato.
– Nutro lo spirito e il corpo – dice
– e per me cosa farò? –
*
Vivace sulle prime poi la mossa che chiude
nell’angolo. Panorama della fame, dei miei digiuni
le ombre fuori asse.
Ma di queste bancarotte abitate considero
il non trascurabile cuore che apprende e che
a farsi bianco comincia sugli orli finché gli è possibile
dimenticare il colpo andato a vuoto, la ruota sbalestrata,
il rotto silenzio d’accaduto, di cosa non più cosa
che in nessun modo torna ad accadere.
*
*
Vera D’Atri (Roma, 1948) vive a Napoli dal 1992. Ha conseguito il diploma di archivista all’archivio di Stato di Napoli. Solo dopo il 1997 si interessa di scrittura e ottiene una menzione di merito al premio Lorenzo Montano diciassettesima edizione con la raccolta Abitare Sparta, cui fanno seguito una piccola silloge poetica delle Edizioni della Biblioteca a cura di Giovanni Pugliese Il museo di vaniglia e nel 2009 la pubblicazione della silloge Una data segnata per partire edita dalla Kolibris di Bologna. All’attivo anche alcuni racconti pubblicati in antologie e un romanzo Buona bella brava edito dalla Robin Edizioni nel 2010 e recensito da Enzo Rega su L’Indice dei libri. Suoi testi poetici compaiono su riviste, inserti culturali e numerosi blog. È presente inoltre nell’antologia La giusta collera e Alter ego – Poeti al MANN. A maggio 2013 esce la plaquette Una tenace invadenza a cura di Libro Aperto Edizioni.
Fotografia di proprietà dell’autrice