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Critica

Recensioni

Jan Jacob Slauerhoff “L’eterna imbarcazione” – Lettura di Ignazio Pappalardo


Jan Jacob SlauerhoffJan Jacob Slauerhoff  "L'eterna imbarcazione" (Ensemble edizioni, 2019) 
Traduzione di Patrizia Filia 

Lettura di Ignazio Pappalardo

 

Jan Jacob Slauerhoff (1898-1936) è uno degli scrittori più importanti della letteratura olandese del Novecento. L’iniziativa di Edizioni Ensemble di pubblicare la raccolta di poesie L’eterna imbarcazione (2019, trad. it. di Patrizia Filia) a quasi un secolo dalla prematura scomparsa dell’autore, testimonia l’inossidabile attualità della sua poetica tardo romantica – quella fioritura tardiva di romanticismo in un’epoca positivista che in fondo non ha mai smesso di produrre nuovi frutti, fino ai giorni nostri. E l’eterna imbarcazione è proprio una metafora del tempo che passa lasciando inalterate le domande fondamentali della poesia; queste, infatti, restano sempre le stesse, nonostante le novità espressive che ogni nuovo secolo porta con sé:

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Recensioni

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Scheda libro L’antologia “?????? ?? ???????????? – la parola del nemico” di Luca Benassi (PNV Publishing, Skopje, Macedonia 2019), viene...
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La forma dell’anima altrui – Poesie in omaggio a Seamus Heaney (Lietocolle 2019)

La forma dell’anima altrui – Poesie in omaggio a Seamus Heaneya cura diMaria Grazia Calandrone e Marco Sonzogni introduzioni diIrene...
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MORRE
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Atelier intervista Mario De Santis: “Se la soggettività del poeta prevarica la poesia…”

Atelier intervista Mario De Santis:“Se la soggettività del poeta prevarica la poesia…” 1) Soprattutto nelle ultime generazioni sta emergendo in...
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Silvae, Gabriella Mongardi, Ladolfi editore, 2019 – Lettura di Franca Alaimo

Silvae, Gabriella Mongardi, Ladolfi editore, gennaio 2019 Silvae di Gabriella Mongaerdi è un libro costruito con grande eleganza a cominciare...
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Federico Preziosi – Variazione madre, nota di lettura di Floriana Coppola

Variazione Madre di Federico Preziosi (Lepisma Floema 2019) Recensione di Floriana Coppola In questa seconda opera Federico Preziosi già nel...
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Ilaria Seclì – L’impero che si tace (Ladolfi 2019), nota di lettura di Giorgio Galli

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Stefano Taccone, Sogniloqui – Nota di lettura di Stefano Vitale

Stefano Taccone SOGNILOQUI ovvero il racconto come folgorazione critica Sogniloqui. Ovvero un intreccio di sogni ed eloquio, un rincorrersi di...
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Giuliano Ladolfi – “L’orlo del tempo” (Ladolfi editore, 2018) Lettura di Gabriella Mongardi


LADOLFI COP. ORLOGiuliano Ladolfi - "L'orlo del tempo" (Ladolfi editore, 2018) 

Lettura di Gabriella Mongardi


L’orlo del tempo: un titolo intensamente poetico per un romanzo tenero e delicato, malinconico ed elegante, che attraverso la vita di tre personaggi e i loro rapporti dipinge l’affresco di una generazione e di un’epoca, gli anni che vanno dal 1968 al 2008, caratterizzati da profondi mutamenti economici, sociali e culturali – il passaggio da un mercato nazionale a un mercato globalizzato, la contestazione giovanile, l’irruzione del relativismo – colti da una prospettiva “privata” e “provinciale”. Ambientato quasi interamente nel Piemonte orientale, tra Borgomanero e Stresa, il romanzo vale anche come testimonianza della trasformazione di un tessuto sociale che i personaggi sembrano subire senza riuscire a coglierne gli elementi di positività, legati come sono alla loro adolescenza, al rifiuto di invecchiare, alla permanenza del passato: attaccati come sono – verrebbe da dire – all’orlo del tempo, nel tentativo impossibile di fermarlo.

Nel romanzo, suddiviso in quattro parti, il tempo è scandito per decadi. La prima parte comprende tre capitoli, intitolati ciascuno a uno dei personaggi principali e a un anno: “1968 Valentino”, “1978 Guido” “1988 Luisa”: fra i tre, non ancora ventenni del 1968, esiste un aggrovigliato rapporto di amicizia-ammirazione-rivalità-amore i cui fili si allungheranno, variamente sdipanandosi e intrecciandosi, fino alla fine del romanzo.

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Recensioni

Doris Emilia Bragagnini – Claustrofonia (Ladolfi editore, 2018) Lettura di Annamaria Ferramosca

Claustrofonia 
Doris Emilia Bragagnini

“CLAUSTROFONIA - sfarfallii - armati - sottoluce”
(Ladolfi Editore 2018)


Lettura di Annamaria Ferramosca



Da tutte le pagine ho sentito emergere un dolore lontano e pure ricorrente, un profondissimo male del vivere che investe sguardo e ascolto, e si restituisce all’esterno versando amarezza e ironia sul senso del tutto.

In apertura vi è infatti un muro, e di contro la triade lessicale sfarfallii - armati- sottoluce. Dunque si evocano subito moti di risposta (della psiche e della poesia) ad ogni contrafforte eretto della disumanità. Sono moti leggeri, ma pronti a vorticare perfino con armi, e angoli d’ombra, come riflessi dello sperdimento, ma anche del sogno.

Ma subito si apre un universo di immagini concitate dalla realtà e da un’interiorità squassata, e insieme dalla natura e dall’arte (Merisi, Tchaikovski), a dire che si sta scivolando in altre atmosfere, su infiniti altri codici da decrittare. Sono voci di pleniluni, o di piccoli animali come tartarughe e farfalle, che tracciano un cammino mai ovvio, mai prevedibile. E seguendo questo affabulare dal lessico insolito, fascinoso, spiazzante e visionario, si comprende una fiera volontà sottesa di combattere ogni ordine, ogni banalità e le tante derive insipienti e nauseabonde dell’oggi.
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