Christian Negri, classe 2002, studia lettere classiche presso l’Università degli Studi di Milano. Sue poesie e contributi critici sono stati pubblicati online.
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Sempre ce ne scordiamo: nel biondo ottobre matura sin troppo
la luce; appassisce a ciel sereno nel biondo strascinarsi
della mattina. Novembre non folgora, novembre non rivela
nessuna verità da serapeo. Ieri la prima giornata glaciale
dell’anno e noi smarriti a decifrarci, a schiuderci lo spazio
affascinati da un falso mistero.
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Se vogliamo annodarci fino alle aorte
occorre ripartirsi le maggiori incombenze;
non basta affastellare eventi per comporre una storia
senza sapere dove vada a parare:
alla fine, una madia epigrammi e memorie,
restan la polvere, i tarli, la morte;
e noi sordi all’entaglement
smarriti tra oltremondi e satelliti, distanti
lune e troppe galassie.
Tra due ci sono occhi a sufficienza
per accucciarsi in cima alla coffa
e quanto prima possibile all’orizzonte sottrarre
nuove regioni e avvenire vergini,
e per non trascurare il vento e i marosi
alle spalle, l’imbarco che una vita intera snudava
negli addii seminati
in linguaggi smarriti e corrosi dal sale.
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Ovunque a vent’anni l’orgasmo precipita.
Vent’anni… Qui, fuori da ascesi e climax
noi non sappiamo starci; noi che ci profaniamo,
noi che siamo negli sguardi culto mistero e pronao,
tra verbi e ditirambi preludendo al sacro.
© Fotografia di Filippo De Stefano.