© Fotografia di Daniele Ferroni
© Fotografia di Daniele Ferroni

Cettina Caliò, “L’estremo forte degli occhi” (La nave di Teseo) – Anteprima editoriale

Cettina Caliò è nata a Catania nel 1973. Scrive poesia e prosa. Traduce dal francese. Cura libri. Ha studiato presso la SSIT (Scuola Superiore per Interpreti e Traduttori) di Roma e presso la Facoltà di Lingue e letterature straniere di Catania. Collabora con Il Foglio. Ha pubblicato: Poesie (Ibiskos 1995), L’affanno dei verbi servili (Bastogi 2005), Tra il condizionale e l’indicativo (Ennepilibri 2007), Sulla cruda pelle (Forme Libere 2012), La Forma detenuta (Le Farfalle 2018), Di tu in noi (La Nave di Teseo, 2021).

 

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[Per fratture e per crolli]

 

Per fratture e per crolli
per esistenze smarrite
nella costanza della nostalgia
nello spavento della durata

si va a precipizio

in un destino di cieli stretti
nella magrezza del fiato

minuziosamente

si va
da soli
per desiderio di lontananza

 

 

[Nell’istante che inatteso azzera]

 

Nell’istante che inatteso azzera
la distanza
fra il dentro e il fuori e tonante
li restituisce in vertigine

per incredulità mormorare Dio
nel buio schiantato di una stanza

e rintracciare la vita
là dove era da mai
che forte così si respirava

 

*

 

[In questo incessante già accaduto]

 

 

In questo incessante già accaduto
che sterminato si dilata
in moltitudini di fiato
imparo per negazione

e moltissimo
con te discorro
nel poco a poco in rovina

 

 

[Che ne è stato]

 

Che ne è stato
del tuo accidentato destino
che l’ho visto succedermi addosso

 

di questa vita contraria che scade
nella rotondità dura dell’aria
e passa

 

passa tutto
e resta
nel piano inclinato dello sguardo
nell’acqua fragile appesa a una foglia

 

 

 

© Fotografia di Daniele Ferroni