Bartolomeo Bellanova, “Attraversamenti” (Puntoacapo editore, 2024) – Anteprima Editoriale

Fotografia di Raffaella Bocchetti.

Dalla postfazione di Franca Alaimo:

la poesia di Bartolomeo Bellanova, nutrita com’è di elementi culturali di diversa provenienza (e nello spazio e nel tempo) ed esplicitata in un linguaggio fortemente ibridato dall’uso di lemmi attinenti a vari settori del sapere, esige, in ragione di ciò, per essere meglio compresa e restituita, un tipo di lettura relazionista, capace di mettere insieme tutti gli elementi che la costituiscono: innanzitutto, l’approccio formativo – presumibilmente scolastico e in seguito ripreso e soggettivamente rivalutato – alla tradizione letteraria italiana, le cui tracce sono visibili, anche senza la menzione diretta degli autori (da Dante e Lo Stilnovo fino a Pascoli, Montale, lo sperimentalismo duttile di Sanguineti) e a quella europea, a partire da Eliot, il quale nel saggio Il bosco sacro scrive intorno all’importanza «delle relazioni di ogni composizione poetica con le poesie diverse di altri autori», proponendo «la concezione della poesia come di una vivente unità di tutte le poesie che sono state scritte». È di fatto una simile postura intellettuale a dare vita, in Bellanova, ad un linguaggio tanto sorprendentemente mobile e sfaccettato – sebbene tenuto insieme da intime esigenze culturali e sentimentali: «Se solo potessero comparire davanti alla corte / i Poeti morti potrebbero affermare che non è una truffa / ordita da un complotto di fannulloni pervertiti, / che esiste la poescenza, la trascendenza / dei pescatori di versi nel qui e ora (…) Allora entro in profonda comunione / con chi mi ha preceduto e con chi verrà, / ne divento minima balbettante espressione».

 

 

 

Scuci l’imbastitura dei tessuti epiteliali
lo vedi che siamo corpi illimitati
praterie di acqua e di fiati.

Il sangue si annoia a morte a correre
sempre nello stesso circuito.

A volte bussa, bussa forte
dice che vuole schizzare fuori imbrattarsi
miscelarsi nelle sacche per trasfusione
perdere memoria del padrone
essere di tutti e di nessuno.

*

Via Saffi

Sul pavimento di marmo chiaro – ore 11 –
il disco rotante della spazzatrice stradale
ha già diffuso gelido lindore a specchio.

S’apprestano tanti su questi passi
crociata degli stracci
il glutammato in corpo
[e la dose in tasca al bisogno].

Ognuno il suo miraggio
ognuno la sua giovenca
per mungere l’abbondanza
il prosecco l’elemosina.

Il tempo scarnificato dalle corse
dei bus non fa fermate
anche se c’è chi l’aspetta
contro un palo

come un’esecuzione.

*

Libera

Su quella lingua di portico ispessita dall’afa
sei apparsa all’improvviso
zigzagando sui pattini tra occhi chiodati
di passanti in ritirata.

Non sei lì, i tuoi occhi non sono con te
su un palcoscenico provi al Bolshoi
piroetti vicina allo scalvo dei gradini
t’arresti a un centimetro dal precipizio
dietrofront, di nuovo giù ricurva
nella galleria del vento
fino al quadriportico dei Servi.

Accesa è il tuo nome
torcia abbi durata
prendi spago foulard seta
raddrizza le traiettorie bifide

scrollati le sanguisughe di dosso
senza emoglobina ti frantumi.

*

Insonni

Chi tiene teso – da capi opposti –
il filo della tua vita
prova il sadico piacere
di farlo sobbalzare
di tirarlo per fratturarlo
e tu distesa su quella ràfia
sobbalzi ti spezzi quasi
salti sul letto
implori pietà con gli occhi.

Nulla, quelli continuano,
piccola bambolina voodoo
feticcio e carne dei loro giochi.
Stanno dentro di te
si nascondono il giorno
e alla notte escono
con la scimitarra tra i denti.

Allungo la mano, ti cerco la coscia
faccio impronta calco
gocciolo sillabe di miele.

Attivo il salvavita.

*

Estinzione

Resta questo stormire dei corpi
al vento del piacere
questo sfrondarsi arcuato

precipitare i respiri fino all’ultimo gradino
sentire la lapidazione dei sensi e della carne
sentire evaporare lo scibile

estinguersi
dentro al gheriglio del buio
interrompere qui e ora il ciclo di morti e rinascite

Lo spirito dell’uomo vaga nel mondo della vita della veglia*
e nel mondo dei sogni. Egli sembra camminare nella gioia.
Ma nel riposo del sonno profondo va aldilà di questo mondo
e di là esistono forme fugaci
forme fugaci

trattenere nel ventre la gioia suprema
trattenere nel ventre la gioia suprema
la gioia suprema

*Bhirad-Aranyaka Upanishad: Il supremo insegnamento

 

Bartolomeo Bellanova nasce a Bologna; dopo un percorso di studi finanziari si avvicina alla letteratura e pubblica i romanzi La fuga e il risveglio (Albatros Il Filo 2009) e Ogni lacrima è degna (In.Edit 2012). Partecipa ad antologie poetiche tra cui Sotto il cielo di Lampedusa – Annegati da respingimento (Rayuela 2014), Sotto il cielo di Lampedusa – Nessun uomo è un’isola (Rayuela 2015) e Distanze obliterale – Generazioni di poesie sulla rete (puntoacapo 2021). Ha fatto parte della redazione della rivista culturale lamacchinasognante nata nel 2015 e attiva fino al 2023. Ha pubblicato la raccolta poetica A perdicuore – Versi Scomposti e liberati (David and Matthaus 2015). È uno dei curatori dell’antologia Muovimenti – Segnali da un mondo viandante (Terre d’Ulivi 2016) che contiene gli scritti di 46 autori provenienti da sedici Paesi del mondo, attori in prima persona di fenomeni migratori.Ha pubblicato la silloge poetica Gocce insorgenti (Terre d’Ulivi 2017) e il suo terzo romanzo La storia scartata (Terre d’Ulivi 2018). Ad aprile 2021 è stata pubblicata la raccolta poetica Diramazioni (Ensemble). Perdite (puntoacapo) è il suo ultimo lavoro poetico pubblicato a ottobre 2022. Fa parte dello staff di Bologna in Lettere BIL, spazio di dialogo e condivisione di letteratura contemporanea.

Franca Alaimo, nata a Palermo nel 1947, esordisce come poeta nel 1991 con Impossibile luna (Antigruppo Siciliano), a cui seguiranno altre venti sillogi, le più recenti delle quali sono: Elogi, (Ladolfi 2018); sacro cuore, (Ladolfi 2020), Oltre il bordo, (Macabor 2020), 7 poemetti, (InternoLibri 2022), Pentru Altundeva, (Cosmopoli 2022). Sul sito La Recherche ha pubblicato quattro e-book (tre sillogi poetiche ed un epistolario). Ha collaborato con P. Terminelli nella redazione della rivista L’involucro, con T. Romano in quella di Spiritualità & Letteratura, e con Maggiani e Brenna, direttori della rivista online La Recherche. Attualmente dirige la collana poetica per le edizioni Spazio-Cultura, Palermo. Ha tradotto dall’inglese due brevi sillogi di Peter Russell. Ha pubblicato saggi sulla poesia di D. Cara, T. Romano, G. Rescigno, L. Luisi, F. Loi, l’Antigruppo siciliano, V. Fabra, e centinaia di recensioni sulla produzione dei poeti contemporanei. È presente in molte antologie (Newton Compton, LietoColle, Aragno, l’Arca Felice, etc..) e riviste (tra le quali, Poesia di Crocetti, Atelier, Italian Poetry Review, Il Portolano, Poeti e poesia) e storie della letteratura contemporanea, tra le quali Insulari. Romanzo della letteratura siciliana, a cura di Stefano Lanuzza (Stampa Alternativa, 2009). Nel 2018 ha curato per l’editore Ladolfi, insieme a Antonio Melillo, l’antologia L’eros e il corpo. Un’auto-antologia è uscita nel 2017 sul sito online Bomba Carta, gestito da Liliana Porro e Elio Andriuoli. È autrice di tre romanzi: L’uovo dell’incoronazione (Serarcangeli 2001); Vite Ordinarie, (Ladolfi 2018); La gondola dei folli (Spazio Cultura). Alcuni suoi testi sono stati tradotti in varie lingue (tedesco, spagnolo, inglese, cinese). Nel 2020 Bonifacio Vincenzi le dedica una monografia, che inaugura una collana sulla poesia insulare. È stata recentemente inserita in Dizionario critico della poesia italiana (1945-2020), a cura di Mario Fresa (Società Editrice Fiorentina 2021) e in Contemporary sicilian poetry, a cura di Ana Ilievska e Pietro Russo (Italica Press, New York, 2023). Gestisce la rubrica “Fulgore e poesia” per la rivista letteraria “L’estroverso”, diretta da Grazia Calanna.