Un’occasione unica per conoscere la poesia di Angelo Lumelli. Le edizioni del verri di Milano pubblicano infatti tutte le poesie dell’autore facendone un libro a sé, unico forse nel genere antologico, perché i testi sono stati tutti riscritti per l’occasione e pubblicati a ritroso, dall’opera più recente a quella d’esordio. L’introduzione, indispensabile per chi non conosce già Lumelli, è di Eugenio Gazzola ed è avvincente e ricca di notizie, anche biografiche (seppure “lui fa sembrare irrisorio e ininfluente qualsiasi dato personale concreto che lo riguardi e riguardi il suo lavoro”). Una poesia che nasce nella Milano del 1970, nel gruppo di via Col di Lana – Lumelli, Coviello, De Angelis – che poi s’allarga a Porta, Majorino, Raboni e Fortini.
Dentro questa poesia le vicende biografiche affiorano all’improvviso ed hanno in realtà un peso fondamentale – come nel 2008, in Un’insistente variazione, dove riappare la maestra del poeta, convocata con veci di madre e sensualità di donna (il papavero è una gonna della festa // indietro è vietato guardare – la maestra sta in piedi alle spalle / alte cosce sotto il grembiule – con le cosce impedisce di arretrare). L’origine e l’essenza stessa della poesia, per Angelo Lumelli, è nella inesauribile ricerca della parola necessaria, nella continua coazione a ripetere la prova, fino a riscrivere un’altra volta la propria opera intera nel vano tentativo di renderla definitiva.
Antonio Fiori
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passano al volo soluzioni
come palloncini nelle fiere
non sempre scoppiano
qualcuno vola via
sembrava tutto tranquillo
tra i passanti in piazza Cadorna
ma tutti interrogavano
nella folla senza sosta
anch’io chiedo in giro
se sono io la risposta.
[da vocalises (2008) – 1. un’insistente variazione – qui a p.39]
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VII
Sempre si dirige
né ha fine l’arrivo
veloce biancore
in questi salici
è il vento
mentre guardi
quelle fughe fittizie
come l’alba nell’imbrunire
fogliame che galoppa
senza mai fuggire.
[da trattatello incostante (1980) – 2. imitazioni e preghiere – qui a p. 95]
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6
c’era d’aspettarselo:
il tempo si mangia i tavoli le sedie
inutile fermarlo con le mani
ma sul suo corpo si calmava
le unghie brillavano nei sandali
le gambe si innalzavano.
[da cosa bella cosa (1977), qui a p.112]
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Angelo Lumelli vive alla Ramata, tra il Piemonte e la Lombardia dell’Oltrepò. Ha pubblicato le raccolte di poesia: Cosa bella cosa (1977), Trattatello incostante (1980), Bambina teoria (1980), Seelenboulevard (1999), Per non essere l’acqua che amo (2008) e i romanzi: Un pieno di super (2005), La sposa vestita (2006). Ha tradotto Novalis, Peter Rosei e Friedrich Torberg.
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© Fotografia di Sarah Talita Silvestri