Anila Hanxhari è nata a Durazzo, in Albania, attualmente vive a Milano. È poetessa, pittrice, narratrice, traduttrice e presidente dell’associazione culturale “Italfida”, con cui ha ideato e curato diverse manifestazioni culturali e convegni internazionali. Ѐ ideatrice del format “Poesia e Impresa”, curato per Ascom Abruzzo. Ha pubblicato le raccolte poetiche Io tu e l’Anima (Ianieri 1997), Assopita erba dell’est (Noubs 2002), Cicatrici d’acqua (Noubs 2007, con prefazione di Giuseppe Conte), Brindisi degli angeli (La Vita Felice 2012, con prefazione di Maurizio Cucchi), Tiro a sorte la libertà (Tabula Fati 2016, con presentazione di Davide Rondoni), Amore emana (Meta Edizioni 2017). Prismanima (Terra d’ulivi 2023, curatore Giovanni Ibello con prefazione di Massimo Morasso e postfazione di Davide Rondoni). È presente, fra le altre, nelle antologie Nuovissima poesia italiana (Oscar Mondadori 2004, a cura di Antonio Riccardi e Maurizio Cucchi), La parola che ricostruisce. Poeti italiani per l’Aquila (Tracce 2009), a altro ancora e sue poesie sono state pubblicate su «Specchio» de “La Stampa” e numerose altre riviste. Ha vinto vari premi, tra cui il Premio Camaiore-Proposta 2002, il Premio Clemente di Leo, il Premio Matacotta opera prima 2003, il Premio Valle Senio, il Premio Poesia nella vita 2011, il Premio Bogdani Prishtina (Kosovo, 2017), il Premio dell’Adriatico 2019 e tanti altri.
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Poesie inedite tratte dalla raccolta “Amore salva dio”
Tutto si purifica nel sapere
una pietra, il manto nevoso, una bocca
le precipitazioni
giù da un torrente frana l’ostia
i nemici insegnano ad attraversare la caduta del sole
quanto rumore lo spacco del seme
raffiche di edera nella mente
non è la vendetta del Padre
hanno camminato di grembo in grembo
la carestia, la vergogna
i mendicanti, i rimorsi, lo stato
Anche dio ha un pianto, di tempesta in tempesta
il tempo della madre, le sporgenze rocciose
tre raggi in mezzo alla testa la carezza
la scienza non ha mai salvato l’uomo dal potere
l’ordine del giorno “guerra a comando”
ma l’amore, ma l’amore, dice no
è arteria di rimbalzo un neonato
Tutto si purifica nei tre canti
il cuore crea un imbuto sotterraneo
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Oggi sono prediletta
se sono geranio resistente
e cerco dal libro dell’esodo
il finale del seme
e mi congedo per durare
una pioggia lungo i tornanti
abbraccio la tristezza del grano
affamata
fuoriesco dai sacchi bucati del fornaio
Oggi sono creatrice
se perdono l’amarezza
e accolgo l’ombra come l’albero
sono più giovane se mi scrollo di dosso
tutte le maschere che non parlano
e mi faccio il perimetro del sorriso
nella scarpata di mandorla
di mio padre
oggi sono risacca prima del verde
della memoria dei filosofi e vespe
risacca della lingua che mi assolva
da l’arrampicata al giugulare del vento
con i cani pastori tra cicatrici di guerra
Oggi sono libertà che perdona
sono un disegno credetemi
volto abbozzato da bambina
come i salici nel fiato e l’indifeso
è un fondovalle la parola
e i fiori non mi muoiono più
nell’elica di legno
la memoria un quadrifoglio anomalo
la fortuna nella trincea
all’assedio del bene
dove tutto accade
un accordo tra i millenni
e l’amore tra le mareggiate
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Affilate i pensieri come spade
o seminatori della bellezza
il mio onore mi obbliga a parlare
non siamo i benvenuti a corte
c’è tutto l’occorrente
per costruire nel precipizio
l’ingordigia della pietra
l’orecchio per le cose inaudite
Io chiamo cattiva informazione il veleno
il lento suicidio dell’infinito
corrotti poco per volta nel ventre
dove nasci Cristo
e vivi per un tozzo di pane
sì, non decidi il tuo battito
arrestare la corrosione
degli eremiti
la caduta del cuore dal ramo
chi poco possiede
dove la rabbia la lascia andare
come il sangue nei soprabiti
sa che stordito è il serpente d’autunno
viva è la pietra nel pascolo
nel buon nome della luce
la verità
esumatela dall’incavo
della corrosione
il macigno sotto un pulviscolo
non è la pietra dell’angolo
rigurgitate le cose udite
al santo del bosco
la mestizia lasciatela alla curvatura
naturale del ramo
trovate il punto dell’impugnatura per l’arco
la potenza è nel legno
dove hanno sorriso le meraviglie
nella fune il sangue nuovo
creatore
che vibra armato
sul campo di grano mietuto
non biasimate
chi misura l’eremita
con la mancanza
Affilate i pensieri come spade
o seminatori della bellezza
prima di entrare nel paesaggio!
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© Fotografia di proprietà dell’autrice.