Ilaria Palomba è una scrittrice fuori dai canoni, le sue esperienze spaziano da un lavoro di ricerca in Sociologia dell’immaginario al CeaQ, in particolare sulla performance art, ai laboratori di scrittura nei centri diurni di psichiatria, dalla redazione di riviste letterarie all’organizzazione di festival di poesia. Sempre concentrata sul tema del disagio, ha aperto un blog in cui ha condotto un’inchiesta sul dolore dell’anima, ha lavorato poi come editor, fondato blog letterari. Ha pubblicato i romanzi: Fatti male (Gaffi; tradotto in tedesco per Aufbau-Verlag), Homo homini virus (Meridiano Zero; Premio Carver 2015), Una volta l’estate (Meridiano Zero), Disturbi di luminosità (Gaffi; da cui lo spettacolo teatrale Disturbi, con regia di Olivia Balzar, andato in scena all’Ivelise di Roma nel novembre 2019), Brama (Perrone), Terrafelice (romanzionline.blogspot.com, tradotto in bosniaco), Vuoto (Les Flaneurs); le sillogi: Mancanza, Deserto (Premio Profumi di poesia 2018), Città metafisiche (Ensemble), Microcosmi (Ensemble, premio Semeria casinò di Sanremo 2021); il saggio: Io Sono un’opera d’arte, viaggio nel mondo della performance art (Dal Sud). Ha scritto per La Gazzetta del Mezzogiorno, Minima et Moralia, Pangea, Succedeoggi. Ha fondato il blog letterario Suite italiana, collabora con i magazine La Fionda e Le città delle donne.
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Dalla raccolta inedita “Dalla cenere io rinvengo”
Sono svanita nella solitudine
parlavo con i gatti e guardavo
i bambini giocare a pallone,
dov’era la mia volontà?
Dove il mio desiderio?
Desiderai la presenza
dei miei e mi innamorai
delle piante, imparai a
chiamarle per nome:
ginepri margherite oleandri.
Oggi quei nomi li ho
dimenticati ma non
il nome dell’ultimo
amore per cui saltai
sedici metri, ma sono
viva. A volte forse.
In fondo al buio vedo
sempre la mia morte.
9 luglio 2022
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Domani dimentica
le gioie che non
furono. Resta qui
per me, dove non
esiste cielo né
terra, ma torbidi
ci attorcigliamo
alle ipotesi e ai
ricordi.
Ho paura di non
sentire più nulla.
Senza memoria
si vive spezzati,
agonizzanti si
risorge nel vuoto.
10 luglio 2022
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Non mi hanno amata
solo strattonata tra
piccole braccia
senza offrire un
abbraccio. Ho
memoria di noi
prima dello scisma.
Matrimonio e paura.
Terrore del corpo
orpello assediato
questo corpo mangiato
mentre moriva viveva
e ancora vive ma è
un altro in un’altra
aurora. Brucia
ogni paura, brucia
piano.
12 luglio 2022
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Doppia come Giano,
hai dovuto combattere
per tenere con te
chi ti aveva ferito,
e hai perso. Non si
conviene la tortura,
restano macchie di
sangue sulle lenzuola
sui pavimenti, e ai
carnefici secca vederle,
sentirne l’odore. Per
quanto tu rinasca, loro
ricorderanno il sangue.
E sarai sempre sangue
agli occhi loro.
13 luglio 2022
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Ricordi Torino?
Ti regalai un cappotto blu,
non sopportavi di avermi attorno.
A Venezia ero il tuo amore,
camminammo fino alla biennale,
non entrammo. A Santa Margherita Ligure
andammo al cinema a vedere Jocker,
piacque solo a me, perché sei rozza dicevi,
una terrorista priva di tatto. Chi ero nei
giorni in cui viaggiammo?
Un ammasso di frantumi, tu il mio fantasma.
14 luglio 2022
© Fotografia di Dino Ignani