Efe Duyan è nato a Istanbul nel 1981 e ha studiato architettura. È una delle voci più rappresentative della poesia contemporanea di lingua turca. I suoi versi sono stati tradotti in oltre venti lingue. Mediatore culturale e organizzatore di eventi poetici, si batte da anni per il rispetto della libertà di pensiero ed espressione, in patria e all’estero. Insegna architettura in Lettonia, a Riga.
Traduzione poetica, dall’inglese e dal turco, di Gerardo Masuccio.
*
Forme mutevoli
il mare è una tovaglia macchiata
dimentichi che ogni mare è sempre
un deserto mortale
e siedi a capotavola
ti chiedi
come a calpestare il cielo
se il deserto
possa assumere davvero il colore del mare
in realtà tutto contempla
il colore di tutto
come la spina del cactus
e la radice
le nostre mutevoli emozioni
si legano
tu e io
ci innamoreremo davvero
mi chiedo
il tuo colore si spande
immergo le dita nell’acqua
ti spogli
indifferente
e inizi a nuotare
nelle sabbie diafane del tempo
il tempo
si fa una stanza ampia
con divani e paralumi
appena dipinta
presto iniziamo
a spostarne i mobili
come a cambiare il mondo
indifferente
al nostro nuotare nel pavimento
di legno
*
Per prima è la bellezza
siamo in cucina
mi dai le spalle
nelle nostre bocche il sapore aspro
di spinaci e occasioni
mancate
è passato un altro giorno della vita
noi due a casa, noi due felici
prepari il tè
con la miscela tua
ormai riusciamo a vedere dentro al mondo
è bello in nostra assenza
e dispone appieno di sé
usciamo a passeggiare
parlando sottovoce
ciò che si perde ai margini
dei nostri passi
un giorno crescerà
tornando noto
i gerani sul davanzale
ci pensi, è già trascorso
un anno
per prima è la bellezza
a ricordarci
che un giorno moriremo
*
Lontano dal mondo
senza una certa distanza
nulla si svela appieno
distanza che presto muta
in una valle incontaminata
nel fiume che la solca
un’ape plana a bagnarsi il volto
in fondo la felicità
è nel dimenticare le distanze
ciò che dimentichi
offre mele verdi come un albero
che cede al fiume
ogni volta che ti chini a bere
la sete si accentua
te lo avessero chiesto da bambino
avresti detto
che ogni decisione di domani
è il morso
a una mela