Francesco Gallina
Medicinalia
Maco Saya Edizioni, 2022
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È appena uscita per Marco Saya Edizioni, nella collana Sottotraccia diretta da Antonio Bux, una raccolta – Medicinalia – che ci aspetteremo scritta da un medico o, quantomeno, da un poeta di formazione scientifica. Chi scrive invece con tanta sicurezza di malattie, disfacimento di tessuti, farmaci e terapeuti è un letterato, Francesco Gallina, classe 1992, dottore di ricerca in Scienze filologico-letterarie, storico-filosofiche e artistiche e cultore della materia presso l’Università degli Studi di Parma, dove si occupa prevalentemente della storia del genere novellistico e della fortuna dantesca in ambito letterario e figurativo. La sua poesia inizialmente prova a depistarci, in questo libro che sa di èteri e fenolo, a dire del corpo per sottrarsi al discorso dell’anima, vantare competenze per nascondere altro, usare l’ironia per attutire il dolore che deborda – gli iniziati al nuovo culto/ tirano giù a forza Asclepio/ e lo tramutano in Asl. Il poeta sembra credere alla laicità della medicina, che – senza farsi religione – procede freddamente nei suoi compiti mettendo in un canto Dio e il dogma, Hitler/ gli dei tutti e le veneri del filler. Ma arriva presto il momento delle domande, quando entra in dubbio la neutralità della scienza e appare il contesto in cui essa opera: il dilemma, ora,/ è se il bello della scienza/ possa nascere dal male,/ se studiare ancora adesso un manuale/ perfetto sia commettere un reato. Il libro allora cambia, i versi rivisitano la storia, denunciano, condannano esperimenti (come quello di Milgram del 1961, dove si ordinava a volontari di eseguire operazioni contrarie ai più elementari valori etici). L’autore mantiene però sempre viva la vena ironica, il verso agrodolce, per una lunga serie di luoghi e malattie (l’ambulanza, il pronto soccorso, la terapia intensiva, la tonsillite, la cataratta, il morbo di Basedow, la dislessia, la peritonite, la sala operatoria… ) che ci conducono, con un sorriso amaro, ad un epilogo surreale, dove anche i temi della bioetica – profondissima è la forra che separa/ “rianimazione” e “resurrezione” – sono trattati con sorprendente distacco: la legale ricuce il taglio lungo,/ enorme: ecco l’Uomo/ ridotto a fagotto:/ la verità è un horror (L’autopsia). Una poesia inquietante, che catalizza i sensi e le nostre capacità d’interrogarci, un libro dove si entra lettori e si esce pazienti.
Antonio Fiori
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L’ATLANTE DI NETTER
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se perdessi la strada che porta all’arteria
col dito potresti intercettare la sim
del sangue, risalire al pin
che ci tiene in vita, messo su carta
da Frank Netter in punta di matita,
ché la vita è una questione di grafite,
roba fragile, fragile detrito
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ma passata al filtro dell’arte
pulsa di nuovo colore:
anche un tumore
acquista dignità, l’orrore
la rappresentazione del male
l’inferno senza girone
che incappi sfogliando l’Atlante
diventa il manifesto dell’iperreale
più vivo della carne
che ogni giorno ti carichi sulle spalle
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LA GRAFIA DEL MEDICO DI FAMIGLIA
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è una in gamba
la farmacista sotto casa
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si dice abbia
avuto maestri illustri (Champollion,
Evans, Ventris), che persino
Dan Brown l’abbia chiamata
in consultazione privata
sulla decodifica di antichi alfabeti in codice
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dunque, cari miei, nessuno stupore
se ha antenne per captare
la calligrafia e la sua mistica,
l’arzigogolo arabeggiante, l’esotico
ondeggiare dell’inchiostro
sulla stele di Rosetta
fresca di cartuccia
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LA TERAPIA INTENSIVA
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sotto la tonda plastica dei caschi
a ventilazione non invasiva
simile con simile qui è sepolto
inclinando oltre la parabola del mondo
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raddrizzata sulla carreggiata l’anima
l’angelo intubatore, l’idraulico
celeste sotto lo scafandro, sillaba
alle valvole parole d’amore
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la turbolenza dei flussi d’aria
è il soundtrack che tiene in vita chi da vita
sfugge
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Francesco Gallina (1992) è docente di scuola superiore, cultore della materia e dottore di ricerca presso l’Università degli Studi di Parma. Collabora con riviste specialistiche («Studi e Problemi di Critica Testuale», «Arabeschi», «Purloined Letters», «Campi immaginabili», «Griseldaonline»). È autore di saggi di letteratura italiana, come Sotto bella menzogna. Influenze eterodosse e catare nel Convivio e nella Commedia di Dante Alighieri (Arezzo, Helicon, 2017), e curatele scientifiche, come il recente Atlante Italo Svevo, a cura sua e di Paolo Briganti (Milano, Unicopli, 2019). Esordisce nel 2011 sull’antologia Cose a Parole e Logos (Giulio Perrone, 2011). Nel centenario della nascita di Giuseppe Verdi, vince il Premio “Va, pensiero” (2013) con la poesia in metrica barbara Preludio al “Rigoletto”. Nel 2013 e 2017 è candidato nella rosa dei dieci finalisti al Dante d’oro dell’Associazione studentesca Letteraria “Bocconi d’Inchiostro”. Nel 2014 è tra i vincitori del Concorso di poesia “Tapirulan” con le poesie Frammenti di educazione, Diottrie e Necrologio della genuinità, pubblicate nell’antologia Mevoj (Edizioni Tapirulan, 2014). Nel 2015 sono pubblicate sette sue poesie con nota critica di Sonia Caporossi su «Critica impura». Nel 2016 è vincitore del Premio “Edgardo Cantone”, indetto dalla Rubiconia Accademia dei Filopatridi: i testi sono pubblicati sull’antologia del Premio (Margelloni, 2016). Nel 2017 vince la medaglia d’oro della Società Dante Alighieri per la poesia.