Alessandro Trasciatti è nato a Lucca nel 1965. Si è laureato in letteratura francese a Pisa con il critico freudiano Francesco Orlando, ha fatto l’archivista, il postino, il piccolo editore. Ha collaborato a riviste di vario genere: “Nuova Prosa”, “Paragone”, “Poesia”, “Gente Viaggi”, “Nuova Tèchne”. Tra i suoi libri ricordiamo: Prose per viaggiatori pendolari (Mobydick 2002), Il dottor Pistelli (Garfagnana 2013), Avevo costruito un sogno (Ediesse 2014), Acrobazie (Il ramo e la foglia 2021). Finora i suoi versi sono usciti in plaquette o su rivista.
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Tre poesie da Biografia di un biografo (Pequod. 2021)
1
Se tutto questo spazio che si stende
tra noi fosse pianura, campi, pioppi,
mi accorgerei di te fin da lontano,
ti verrei incontro con gli stivali ai piedi,
ti farei chiari segnali con la mano.
Se fossero montagne, valli, boschi,
modulerei la voce in un richiamo,
brucerei degli sterpi a fare fumo,
consegnerei ai piccioni il mio saluto.
Se fossero – e lo sono – due minuti
di macchina per strade cittadine,
è logico che venga di persona,
ma porto ugualmente gli stivali,
porto i piccioni, le nuvole di fumo,
così, per sicurezza, se magari
in un eccesso di dimestichezza
tu mi guardassi senza veder nessuno.
2
Vestiamo di stagioni, sbaffature
di cachi sulla bocca,
velocissimi guizzi delle mani
in cerca di asole e bottoni.
Non vedi che cammino verso te
tenendo tra le dita l’erba fresca,
le foglie che ho strappato dalle siepi?
Ancora poco vorrei da questo tempo.
Un campo arato, filari in lontananza
e giorni fatti d’aria e di sciocchezze.
Poi sentirmi stringere la schiena
dalle tue gambe a guisa di radici
e in un amplesso molle sprofondare
tra foglie morte, nidi, farsi terra.
3
Nei miei lunghi viaggi immaginari
ho visto molte cose, forse troppe.
Adesso non distinguo il sogno e il vero
e parlo come un tartaro efesino.
A Livorno presi il mare per La Spezia,
andavo per diporto e per amore.
Ma adesso piango il fresco della bocca
della mia amata conosciuta in Svezia.
Inseguito da cani e temporali estivi
corro le strade con più frenesia,
poi tiro il fiato, faccio i conti
di quanta vita ho in tasca.
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Una curiosità (NDA)
Su un vecchio numero di “Atelier” ritrovo questa noterella di lettura, relativa a una mia cartellina di fogli sciolti che conteneva dei calligrammi (o qualcosa di simile). La cartellina si intitolava L’amore in sogno (Flussi 1998) e conteneva sette poesie con altrettante “fagocitazioni grafiche” del pittore viareggino Marco Maffei.
La prima impressione che si ricava dalla lettura di questa raccolta di poesie di Alessandro Trasciatti è quella di trovarsi di fronte ad una persona veramente originale ed innovativa; infatti l’autore affianca, grazie all’aiuto di Marco Maffei, delle immagini che riprendono il tema svolto dalle poesie. Nonostante l’argomento principale sia l’amore, così caro alla letteratura italiana, egli ottiene dei risultati inaspettati che lo distinguono dagli altri poeti contemporanei.