Davide Zizza (Crotone, 1976). Dopo la plaquette stampata privatamente Mediterraneo (2000), ha pubblicato la raccolta di poesie Dipinti & Introspettive (Rupe Mutevole, 2012), Ruah, con la prefazione di E. Testa (Ensemble, 2016) e Piccolo taccuino occasionale (Ensemble, 2020). Un suo breve saggio, La lettura e la scrittura come etiche dell’ascolto, è presente nel volume collettaneo Ascolto per scrivere (Fara Editore, 2014). Pubblicato su riviste e blog letterari (fra cui L’Estroverso, Pelagos, ClanDestino, Poesiadelnostrotempo, Larosainpiù), è redattore per Poetarum Silva in cui tiene la rubrica Bustine di zucchero.
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Leggendo Machado
Machado, dammi il prisma
delle parole che non conosco
e che vorrei imparare,
il rosso e il nero dei giorni,
la sapienza del dolore
e il ristoro delle ossa –
portami il sole che sta nelle lettere,
la coscienza che dispero di avere:
dammi la saggezza di vedere.
***
si erano abbassate le palpebre di Dio
i numeri non corrisposero più
le lettere si confusero
così accadendo
si generò un suono una voce un ricordo
spazio e tempo morirono
si attaccarono agli uomini come una malattia
non fummo più come prima
forse non lo siamo mai stati
***
…scartare la polvere
e scoprire che si nasconde qualcosa
sotto l’abito liso dell’usuale:
«per frammenti di luce si alterna la vita,
vita sparsa nei giorni,
vita dispersa
raramente ritrovata…»