Roberta Ioli
Due inediti
*
La lepre
Dentro il cono gelido dei fari
è sempre a pochi metri di respiro da me
una corsa fragile e serissima
a segnare la distanza dei destini – o forse no.
Braccata dalla luce
dal raggio infernale che la segue
si sfinisce nel suo tenace andare
come cieca alla sapienza dello scarto
che riconosce solo al culmine del colle
per scomparire tra il nero dei cespugli.
Anch’io sono la lepre
inseguita da un nemico che non vedo
e se c’è forse una ragione per la mia
ostinazione nella fuga
sfugge però il senso
di quell’andare ottuso in linea retta
come una preda che corre finché ha fiato
quando basterebbe un guizzo
un agile scambio di binario
per ritrovare la pace della notte con le stelle.
*
L’arte della fuga
Non so chi sono le donne
e gli uomini muti attorno a me
nell’afa immobile d’agosto.
Un quadro staccato dalla prosa
nel buio denso di promesse.
Le mani si muovono nervose
uno scatto per il gesto del ventaglio
o un arco quando si aprono alle note
come falene al calore della luce.
Teste bianche o dipinte
di cui non vedo il volto e l’intenzione
solo il capo composto nell’ascolto
mentre Teodora contempla Giustiniano
immota nel sedimento del tempo
e lente sprofondano colonne nei pulvini
sfilano i doni solenni, broccati d’oro e sete di Damasco
un’infinità di ore cucite tra gli intarsi bizantini
gli sguardi di nera pietra
appuntiti come spilli
noi stretti per la stessa misteriosa ragione
un amore nascosto e impronunciabile
in costruzione del silenzio.
Fotografia di proprietà dell’autrice.