Floriana Coppola
(Tre inediti)
*
Non c’è tempo e lì negli interstizi cavi delle ore
si apre il labirinto. La profezia del fauno scritta nel libro
ha pagine bianche e un rinchiudersi d’ali.
Cosa volevi dirmi solo con gli occhi?
Non c’è tempo e stringo il manubrio con forza.
La bici s’impenna verso l’alto. S’infiamma.
Non rimango a terra. Via da ogni fondale. Da ogni morsa.
La mantide lo ha fasciato con le sue labbra
e con un grido di rondine è venuta.
Cosa volevi dirmi solo con la bocca?
A gola scoperta. Nel fogliame secco del bosco.
Lo aveva detto il fauno alla donna.
Lascia la strada, entra.
Lo stemma, l’aquila, le spade e la rosa.
Poi supera la faglia aperta nella quercia.
La foia della guerra che smuove il sangue. Vai di corsa.
Cosa volevi dirmi con le mani strette ai miei fianchi?
Non c’è tempo. La pelle ha squame di serpente.
Slaccia il velluto rosso, libera i capelli.
Via il corpetto che stringe i fianchi.
Via le stringhe dagli stinchi
Via tutti gli anelli dalle dita.
Via la gonna.
*
Alcuni non tutti dico, solo alcuni
sono figli della vita.
Mia madre mi tratteneva nella stanza azzurra.
Alcuni attraversano corpi
estranei, bui, mortiferi
come sassi che spingono verso il basso.
Eppure alcuni, solo alcuni, nascono malgrado tutto.
Hanno la forza sanguigna dei crateri e lo sguardo feroce.
Senza sconti per nessuno.
Mia madre mi tratteneva per le scale.
Nelle ossa il sale della faglia terrestre.
Nel sangue le maree.
Codice di sopravvivenza: non chiedere aiuto.
Muscolatura allenata. Respiro pronto per l’apnea.
Mia madre mi tratteneva sulla soglia.
Rubato il bagaglio minimo. Qualche libro
e una matita per appunti.
Solo alcuni, non tutti.
Essere soli è una marchiatura a fuoco.
Inizia il giorno in cui sei nato.
*
Esercizio di stile. Di sopravvivenza.
Respiro profondo.
Mani libere ai fianchi. Tre passi avanti.
Rimani scalza. Il gioco delle parti lascia scoperti.
Non guardare dietro. Scorgi il disegno tra le nubi.
Punta l’azzurro. Danza.
Senti il ritmo che scorre nel sangue.
Non guardare dietro, senti la tua voce.
Alza il volume. La posta è alta tra preda e padrone.
Lascia andare la spada e il coltello. Nessuna interferenza.
Nessun vinto e nessun vincitore.
Abbassa il baricentro. Ruota la colonna vertebrale,
immagina un cristallo. Sono pronta, ti prendo.
Y que sepas, que no voy a olvidarme de nada.
Non guardare dietro. Accarezza l’albero,
il noce e la tua ombra.
Non ti fermare, vai avanti, infiamma.
Prendimi in braccio.
Ancora una volta.
Fotografia di proprietà dell’autrice.