Gabriele Galloni – Tre inediti

GalloniGabriele Galloni è nato a Roma nel 1995. Ha esordito nel 2017 con la silloge poetica Slittamenti, edita da Augh! Edizioni, con una nota di Antonio Veneziani. Nel 2018 pubblica con RP Libri la sua seconda raccolta di versi, In che luce cadranno, nella sezione L’anello di Möbius.

Gabriele Galloni
Tre inediti

Me ne vado; ma tu sei lontananza
che ritorna. L’eternità felice
del tuo viso indagato controluce –
dalla Magliana vecchia alla mia stanza.

*

Il nuotatore raggiunge la boa
e torna indietro: così la mattina
chiede ragione al cielo della sua
vastità senza spiagge, approdi, rive.

*

Mia madre mi parla dei morti:
racconta di quando, infermiera
assisteva al silenzio
dell’indagine autoptica.

Racconta mia madre la sala
di ferro. Il manichino che assisteva,
poco lontano dal tavolo anatomico,
il corpo rotto di un pater familias.

Dice lei: poco mancava
che il manichino tenesse
la mano del morto; per quanto
realistico, dice, di lattice.

Noi tirocinanti certe notti
quel manichino lo stuzzicavamo
in vario modo: e quando
passava la mattina il medico di turno

trovava scie del nostro umore come bave di lumaca,
lungo tutto il corpo, il corpo tutto
del manichino.

Mia madre mi parla dei morti: suppongo
per dire che presto arricchirò la schiera
dei dialoghi, sarò la voce ospite
dei miei parenti. La rievocazione
nel corso dei lunghissimi pranzi festivi.

Immagino i peana dell’assenza.
Ma quando arriverà il momento di
citare il come lasciai questo mondo,
ci saranno perifrasi e colpetti
di tosse.
E io che non ho avuto mai cugini,
li avrò in quell’occasione: cuginetti
curiosi di conoscere
la mia dipartita – che tireranno
le maniche dei genitori.

Zero risposte: tireranno a indovinare
sotto la neve, conclusa la cena.
Belle prede a predare sotto il portico.

Incalzo mia madre: che suono
fa un corpo aperto dal bisturi? E un corpo
svuotato del suo contenuto?
Può ancora suonare come un bongo un ventre ricucito?

 


Fotografia di proprietà dell’autore.