Marco Aragno è nato in provincia di Napoli nel 1986. Ha esordito in poesia con Zugunruhe (Lietocolle, 2010), a cui è seguita la raccolta Terra di mezzo (Raffaelli, 2015) e Sonder (PeQuod, 2023). In narrativa ha pubblicato Absolute (Con-fine edizioni, 2015) e Cancellare la città (Transeuropa, 2018). Suoi testi sono apparsi su “Atelier”, “Nuovi Argomenti”, “Nazione Indiana”, “Poeti e Poesia” e nell’antologia “Italian Poetry Review” della Columbia University. È giornalista professionista presso l’emittente televisiva campana Teleclubitalia.
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Un germano reale nuota nel lago
scintillante al sole di febbraio
prima che la terra tremi
e un’altra scossa spinga in superficie
secoli nascosti sotto la sabbia:
dal fondo risorge la villa patrizia
ricoperta dal manto di alghe
che l’anatra stacca a beccate, ispeziona
come a pulire il mosaico
dividere la natura dalle figure
umane che traspaiono
sempre più nette, più definite
dal chiarore delle acque flegree
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Fu la cupola del Vesuvio
bianchissima di neve
e non le onde che a sciami
bersagliavano il molo
oscurando nella furia della spuma
la sagoma ferma di Capri
a bucare il cupo metallo del cielo.
Quel mattino sul lungomare
non c’erano turisti
a salvare la città insolita; appena
un’anziana nascosta
dietro le persiane semichiuse,
un gatto che cercava il sole
tra i chioschi deserti
spazzati dalle raffiche di grecale
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Da Posillipo
Il paesaggio sparì alla vista
per accumulo di nomi
non più Italsider di Bagnoli, colmata
di cemento o Tangenziale
di Napoli, ma marittimi silenzi
vicende vegetali di radici
di pini secolari che spaccano gli anni
nelle fenditure dell’asfalto.
Da qui rivedevamo Cuma
richiamata dai mirti di Nisida
i primi rematori sottocosta
dondolare muti, come in preghiera
davanti al biancore tufaceo
di una falesia a picco sul mare
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© Fotografia di proprietà dell’autore.