Madre tagliente, ossatura
disarticolata di un canto
truccato, gestazione
silente di un me futuro,
isolato lungo le braccia.
Oggi scortico i polpastrelli
per scrivere, per esserci.
E tu, madre bianca, smacchi
la vita per cancellare la colpa,
serri le braccia al muto.
*
Padre senza dimora, senza
rito di passaggio e, vivo
solo nei punti di sutura,
da dove sbucano parole
dure e occhi che guardano.
Padre mi urli, fermo
sulla soglia, ti osservo,
mentre ritratti il tuo seme.
*
Non so nulla e vivo,
mi piego affamato
e ingoio parole
dai bordi delle tue guance.
Mi disegno senza braccia
alto, con le orecchie enormi.
E sono rosso dal petto ai piedi,
e sono vivo, sempre.
*
Ho ricevuto un nome in-declinato
cucito sulla scheggia di uno scoglio.
Ho aperto il piede, su un chiodo
per vederne il sangue e il sale
dei tuoi occhi, Padre.
*
Madre, forma multipla
e disadorna nel guardare.
Madre parola, ventre,
buco d’origine del mondo
che raccogli il lamento.
Madre dura, profonda
nell’elettrolisi dei pensieri.
Madre cura che scortecci
la mia storia futura.
Gianni Minerva è nato nel 1979 e vive a Lecce. Ha svolto studi tecnici, si è laureato prima in Lettere Moderne e poi ha conseguito una seconda laurea per diventare docente nella scuola primaria. All’attivo ha alcuni corsi di teatro dove ha portato in scena i suoi versi, ha partecipato a corsi sulla lettura e la voce, ed infine, ha partecipato a numerosi reading poetici come performer. I suoi testi sono apparsi su quotidiani, antologie poetiche, riviste letterarie, sia cartacee sia in rete, ha ricevuto menzioni d’onore in alcuni concorsi di poesia nazionali. Menzione d’onore al IX premio nazionale di poesia “L’arte in versi” Ass. Culturale Euterpe. Finalista al premio PoetiOggi 2022. Finalista premio AlberoAndronico 2022. Alcuni suoi brevi racconti sono apparsi in antologie cartacee, come “Cartoline dalla Puglia” L’erudita – Giulio Perrone Ed., e riviste on line.
La foto è di proprietà dell’autore.