Gökçenur Çelebio?lu (Itsnbul, 1971) si è alla facoltà di Ingegneria Elettrica presso la Istanbul Technical University di Istanbul ed ha successivamente ottenuto un Business Administration degree alla Istanbul University. Inizia a pubblicare nel 1990 su diverse riviste. La prima raccolta è del 2006 (Her Kitab?n El Kitab? – taccunino di ogni libro) al quale viene assegnato il Premio Opera Prima nel 2007. Seguono quattro ulteriori raccolte. E’ inoltre traduttore ed ha trasposto in turco opere di Wallace Stevens, Paul Auster e una antologia di haiku del Giappone contemporaneo. Ha attualmente in preparazione una antologia sulla poesia moderna e contemporanea americana. E’ nella direzione editoriale della rivista turca Ç.N. che si occupa di sola poesia in traduzione . E’ inoltre il direttore del festival internazionale di poesia Word Express organizzato da Literature Across Frontiers. Sue poesie sono assiduamente tradotte in diverse lingue tra le quali inglese, francese, svedese, tedesco, maltese, bulgaro, giapponese, lettone ed ebraico. In italiano è stata pubblicata nel 2011 la suite a tiratura limitata L’unico modo per vedere 13 merli tutti assieme (a cura di Antonio Sgambati; per le edizioni d’arte I libri del Merlo)
Gökçenur Ç. (Gökçenur Çelebio?lu)
(inediti)
traduzione dal turco di Nicola Verderame
Elin Somut Eylemselli?ine Övgü
Ba??m? ç?plak gö?üslerine yaslad???mda
burnumdan damlayan kan, karn?m?n akl???ndan
kas???na do?ru ak?yordu. “Sözcükler,” dedim
“beni korur san?yordum.
Art?k inanm?yorum bir imgenin
insan?n ensesine inen bir darbeden daha sars?c?
olabildi?ine. Sanm??t?m ki, dizelerimle ba?lataca??m
tepkime dizisi dünyay? de?i?tirecek.
Ne safl?k, dünyay? de?i?tirenler, ?eylere
elleriyle dokunmaktan korkmayanlar,
hayvan ayakl? elleriyle, gece ayakl? elleriyle,
ayakkab?s?n? bir kerede ba?layabilenler,
e?meden keserle çivi çakabilenler,
s?k??m?? konserve kapaklar?n? açabilenler,
ellerini bir ate? kargas? gibi besleyenler,
ellerini zakkum gibi sulayanlar,
ellerini geceyle bileyenler,
elleriyle gerçekli?in karn?n? de?enler,
elleriyle ya?amla öde?enler,
dünyay? de?i?tirenler iyi fikirleri olanlar de?il,
ellerinde korkmadan y?kma gücünü tutanlar;
her yerde yeni dü?ünceler belirip yok oluyor,
çünkü iyi bit fikir bir hiçtir
y?k?c? bir eylemcinin eline geçene kadar.
Bir dize, a??k kemi?inden sert, incik kemi?inden ince,
bir ku?un kanat kemi?i gibi içi bo? ve hafif,
bir kertenkelenin kuyruk kemi?i gibi eklemli,
bir kaval kemi?i gibi dümdüz,
bir fil kemi?i kadar a??r bir dize de olsa
mavimor karanfiller açt?rabilir mi
göveren tenin tarlas?nda. Bak yine saçmal?yorum,
yumru?u çakt?n m? morar?yor göz hepsi bu i?te.
?iir yazabilece?ime yumruk atabilmek isterdim.”
In lode dell’azione concreta della mano
Quando ho posato la testa sul tuo petto nudo
il sangue gocciolava dal mio naso, scorreva
dal candore del tuo addome verso l’inguine. Le parole
– ho detto – pensavo mi proteggessero
Ormai non credo più che un’immagine
sconvolga più di un colpo sulla nuca. Ero sicuro che
la reazione ai miei versi potesse cambiare il mondo.
Quanta ingenuità. Cambia il mondo
chi non teme di toccare le cose con le mani,
con zampe di mani, mani di piedi notturni,
chi riesce ad allacciarsi le scarpe al primo tentativo,
chi riesce a piantare un chiodo senza piegarlo,
chi riesce ad aprire un vasetto di marmellata
chi nutre le proprie mani come corvi di fuoco,
chi annaffia le mani come oleandri
chi sa affilare le mani sulla notte
chi con le mani squarcia il ventre del reale
chi con le mani regola i conti della vita
chi cambia il mondo non è chi ha buone idee,
chi detiene il potere di distruggere senza paura.
Nuove idee appaiono e scompaiono in ogni luogo
perché una buona idea è niente
finché un ribelle distruttore non la afferra.
Un verso, se pure più duro dell’osso talo, più sottile del perone,
cavo e leggero come lo scheletro degli uccelli,
snodato come una coda di lucertola
diritto come una tibia
o pesante come un osso di elefante,
può far sbocciare un garofano indaco
nel campo verdeggiante della pelle?
Ecco, ancora parole senza senso, l’occhio diventa nero
se colpito, è tutto qui.
Preferirei saper tirare di boxe che
scrivere poesia.
Söyle Sevdin mi Kay?s? A?açlar?n??
Sar?l bana,
anlat
omuzlar?na benziyor mu
dünya?
?stemem
ç?kmak d??ar?ya,
anlatt?klar?n
yeter bana.
Söyle sevdin mi
kay?s? a?açlar?n?
ve saçlar?n?
?slatan
ya?muru?
Sen sevdim de
ben sana yazar?m
uzun, sicim gibi,
atlara tanr?lar?
unutturan
bir ya?mur.
Sar?l bana,
anlat
omuzlar?na benziyor mu
dünya?
Dimmi, ami gli albicocchi?
Abbracciami e
racconta
somiglia alle tue spalle
la terra?
Non ho voglia
di uscire
il tuo racconto
mi basta
Dimmi, ami gli albicocchi
e la pioggia che bagna i
tuoi capelli?
Tu dì che li ami
e io ti scriverò
a lungo, come un fiume
o una pioggia che fa
dimenticare ai cavalli
I propri dei.
Tu abbracciami
e raccontami,
somiglia alle tue spalle
la terra?
Ar? Kanad?ndan ?nce Bir Zarla
ar? kanad?ndan
ince bir zarla
ayr?l?r birbirinden
karanl?k ve gece
aramadan gel
anahtarla aç
çay demle
öp beni
uyand?r
gülümse
gev?esin
sözcüklerimi ezen
cendere
kim bulmu? ki
ben geçeyim
zamandan uzun bir dere
Una membrana sottile di ala d’ape
Separa
Il buio e la notte
una membrana sottile
di ala d’ape
vieni senza chiamare
hai la chiave, apri
prepara il té
baciami e
svegliami
sorridi
allenta il torchio
che spreme
le mie parole
chi mi ha scoperto?
Lasciami attraversare
un fiume più lungo del tempo.
Gökçenur Çelebio?lu (Itsnbul, 1971) si è alla facoltà di Ingegneria Elettrica presso la Istanbul Technical University di Istanbul ed ha successivamente ottenuto un Business Administration degree alla Istanbul University. Inizia a pubblicare nel 1990 su diverse riviste. La prima raccolta è del 2006 (Her Kitab?n El Kitab? – taccunino di ogni libro) al quale viene assegnato il Premio Opera Prima nel 2007. Seguono quattro ulteriori raccolte. E’ inoltre traduttore ed ha trasposto in turco opere di Wallace Stevens, Paul Auster e una antologia di haiku del Giappone contemporaneo. Ha attualmente in preparazione una antologia sulla poesia moderna e contemporanea americana. E’ nella direzione editoriale della rivista turca Ç.N. che si occupa di sola poesia in traduzione . E’ inoltre il direttore del festival internazionale di poesia Word Express organizzato da Literature Across Frontiers. Sue poesie sono assiduamente tradotte in diverse lingue tra le quali inglese, francese, svedese, tedesco, maltese, bulgaro, giapponese, lettone ed ebraico. In italiano è stata pubblicata nel 2011 la suite a tiratura limitata L’unico modo per vedere 13 merli tutti assieme (a cura di Antonio Sgambati; per le edizioni d’arte I libri del Merlo)
Fotografia di proprietà dell’autore.
Nicola Verderame (1984) è Doctoral Fellow presso la Berlin Graduate School Muslim Cultures and Societies, dove conduce una ricerca sull’architettura ottomana. Vive tra Berlino e Istanbul. Traduce principalmente poesia contemporanea turca in italiano. Collabora con la rivista turca “Nota del Traduttore” (“Çevirmenin Notu”) e gestisce il blog “Defter – Poesia turca contemporaneaturca contemporanea” dedicato ai poeti viventi che si esprimono in turco.
Per Atelier ha tradotto: Tu?rul Tanyol; Mehmet Yashin; Selahattin Yolgiden; Cenk Gündo?du; Ayshe Rubeva;