Francesca Matteoni
da Nel sonno
(in uscita oggi per le edizioni Zona)
Dalla sezione Down the rabbit hole
II
L’anima che ingoio
ha il cuore a punta –
cuore di guscio d’uovo e di magnete.
Quando il guscio si rompe
viene il sesso –
mi punge
la cecità biancastra dell’albume.
Il magnete segue le sue correnti
vede boschi ghiacciati
pezzi di cane, i gatti fratelli
i denti di pietrisco della strada.
L’ordine rovesciato degli specchi
quando niente va scritto
né sognato.
Pelle sotto lo scroscio della doccia
le coccinelle sopra l’avambraccio
– fuggire via
dal buco del contrario.
Quello che viene attratto
è mezzo bestia
mezzo corpo maschile senza testa –
mezzo
l’amore dato come un mostro
uscito dallo stretto del tuo occhio.
Sono qui. La stoffa del vestito
è il tu-bambina.
Il giallo dei leoni d’erba e terra
stracciato nel sudore della mano.
Abito nella frana dei mattoni
la ciminiera spenta, il campo
risanato dal pantano.
Mi spingo nella lingua-guarigione.
Vena spaesata, storta.
L’ago piantato al centro della bocca.
III
I campi si modellano in vetro
la pioggia fa salire le foglie.
Fili azzurri, ombrelli.
Dalle scarpe si compongono i sassi.
L’uomo di legno e ferrovecchio
siede dentro lo stambugio
oltre la scorciatoia delle scale.
Hai gambe-mulinello come ruote
hai occhi distaccati senza ciglia.
Cadono quasi trasparenti.
Tè di vetro dorato
biscotti-sassolino sulla tovaglia rotta.
L’uomo tutto scolorato perde l’acqua
dalla spina dorsale.
Hai orecchie di vento piegate indietro
hai una molla arcuata nel fianco.
Ogni giro ti affondo la terra nei denti.
Nella teiera vive un’ombra
di carne e pelo impolverato
si appiccica ai bordi delle sedie
ai rami scrosticciati delle dita.
I piedi si trattengono
dentro i catini, sopra le piastrelle.
Hai un corpo di lepre gigantesca
di burro e d’ingranaggi.
Sai parlare.
Ogni parola esce dalla teca
come un chiodo limato, una puntina.
Scivola per i gradini nella porta.
Il campo è spezzettato sotto il sole.
.
.
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Dalla sezione The pool of tears
*
montesole, si sale dentro il prato
………dentro il prato non si fa rumore
………………………………si è bimbo si è cane si è il passato
la pozza che può anche dirsi luce
non lacrime, non porta che sigilla e per forzarla deve uscirci il mare –
montesole dei cieli addormentati, si ammollano, si sbirciano nei fori,
si tremano soffiati sopra i polsi –
montesole si contano le ombre,
………………….nelle ombre non si sa la faccia si è braccia troppo lunghe
sul selciato, si addossano nel muro al camposanto,
……………..strato su strato un gomito, un vestito –
montesole di tutti gli animali, umani e non umani, morti e vivi
che guardano nel basso delle cose del filo d’erba quando si fa strale
che alzano le lingue nell’atto di parlare come
così per farsi perdonare, per chiedere
dov’è che poi si torna,
si tace, si morde ma per gioco, si mastica lo stelo che apre l’osso
lo fiorisce –
granisce come tutto ciò che inciampa, che cade e che cadendo canta
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Francesca Matteoni (Pistoia, 1975). Ha pubblicato vari libri di poesia, tra cui Artico (Milano, Crocetti, 2005), la silloge Higgiugiuk la lappone nel X Quaderno Italiano di Poesia (Milano, Marcos y Marcos, 2010), Tam Lin e altre poesie (Massa, Transeuropa, 2010), Appunti dal parco (Vydia, 2012). Gestisce il blog Fiabe, da cui è nato il libro Di là dal bosco (Le voci della luna, 2012). Suoi scritti in prosa sono apparsi sia online che su carta Gli inediti qui proposti sono tratti dalla silloge Nel sonno in uscita oggi per Zona (info, QUI): un concept-book che coniuga poesia (in italiano e inglese), fotografia, grafica.
Fotografia di proprietà dell’autrice.