Bruno Conte, nato a Torre del Greco nel 1991, è un allenatore di calcio e presidente dell’associazione “Gli Inadatti”; autore e regista teatrale. Suoi testi sono apparsi sul web e pubblicati sul blog Rai Poesia di Luigia Sorrentino.
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I
Un cielo di acquaragia svernicia
la vista intorno,
e così distingui
il barile di luce in un acquitrino
la nespola immatura
un filo di cotone nel vento.
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II
Ha raschiato nel guscio,
consumato la guaina, tarlare
accumulare
rigonfio, giaciuto nel solco.
Ecco le talee
di uomini marciti: guardale
fiorire, dopo la disinfezione
del sangue invaso, potato.
Bisogna estrarre il dolore
come il cardo dalle radici.
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III
Per ogni goccia che sedimenta
un’altra la erode,
la ferita
che sia lacrima farmaco pioggia
e volto e piaga e cielo
il presentimento sarà stupore
un cometario di ricordi felici.
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IV
Quando senza sonno, bendato
senza sudore in un bozzolo
ricoperto dalla pelle della muta
e segature intorno
dei ceppi esausti
dei fallimenti
tu sentirai il polso
assiderarsi, la goccia
di fentalyn sotto la lingua
la bava e poi risvegliarsi
bambino pupa su una foglia
di canfora, la benda
calda: io sarò lì
a spegnere la luce
a darti la buonanotte, falena
nella casa natale.
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V
Buona fortuna, dopotutto
cosa dire
a chi non torna,
la miniatura di un cenno, la brina
che ammanta lo stelo che è il tuo corpo
sbucciato, esonerato
dal dare senso
a ogni domanda che trattengo
e mi vergogno
di questa pietà, Signora cicatrice
che resisti
all’erosione, dimmi
cosa dire, dimmi come è accaduto
un simile disastro.