3.

I SOGNI DEL MATTINO

I sogni del mattino

mi ricordano che

l’inconscio è strutturato

come un linguaggio

eppure non ha

niente da dirmi

che io non sappia già.

Al risveglio rimangono parole

o brandelli di conversazioni

ascoltate in metropolitana:

il segreto per un rapporto

duraturo è l’assenza di dialogo,

stamattina il boss del brand era

angry al punto che ho temuto per la

mia incolumità, pensavo di rifarmi

l’ombelico tale e quale a quello di

Emily Ratajkowski.

Penso al centro commerciale più grande

d’Italia e alla sfilza di negozi chiusi, alla

burocrazia dei rapporti sentimentali, a un

appuntamento dall’otorinolaringoiatra, agli

anziani che fanno tai-chi la domenica mattina

ai Giardini Montanelli, a un’altra strage di

migranti, alla riproduzione di una crocifissione

di Masaccio, i corpi a galla nel Mediterraneo.

È da troppo tempo che non nevica: esistono

solo i fatti, non le interpretazioni.

I SOGNI DELLE COSE

Fanno sogni le cose

si affezionano alle case

immaginano una vita

svincolata dall’obsolescenza

programmata, pregano di

essere riparate sopra ogni

altra cosa. L’odio per il

consumismo non è una postura

ideologica, semmai una questione

di sopravvivenza come quando

sperano di non essere lanciate

con violenza nei litigi familiari:

vorrebbero chiudersi in se stesse

ogni volta che si aprono le ostilità.

Testimoni silenziose,

se potessero consegnerebbero

intere vite all’eternità.

QUALCOSA RITORNA

Si cresce per consapevolezze

progressive

immaginando soluzioni

che non si rivelano mai

definitive.

Prima o poi qualcosa ritorna

fosse anche solo un certo

modo di sorridere o arrossire,

un intercalare alla moda

cioè nel senso

o un messaggio appena

prima di andare a dormire

in una notte che non somiglia

a nessun’altra.

Abbiamo aspettato treni

in stazioni di provincia

pregando che il sole

facesse la sua comparsa,

un biglietto nella tasca

interna della giacca

per raccontare in modo

sommario un desiderio

di assoluto, la voce

dell’altoparlante che

gracchiava nomi di paesi

in cui la vita si ripete

sempre uguale.

La salvezza era tutta

in uno sguardo rivolto

altrove: l’acqua del

distributore automatico

come una fonte battesimale.