di Luca Martini
Su Venezia si è scritto moltissimo, ed è dir poco. Esistono guide di tutti i tipi, racconti di viaggio che si perdono nei secoli, diari vari e eventuali, acutissimi memoir, e tonnellate di libri che ibridano su sfondo lagunare racconto e vita vissuta. Poi c'è Fondamenta degli Incurabili (ieri Consorzio Venezia Nuova, oggi Adelphi), del grande poeta di San Pietroburgo Iosif Brodskij, personale ed erratico ritratto scritto sull'acqua di una città d'acqua, saggio sull'esistenza di un luogo incantato, avventura acuminata e barocca nelle ragioni del cuore e nel tempo; tempo che per Brodskij se ha una sembianza ha quella appunto dell'acqua.
lettura di Alessio Alessandrini
Marina Skalova nasce a Mosca nel 1988. Cresce in France e Germania. A segutio di un master in letteratura e filosofia ottenuto tra Parigi e Berlino, lavora come giornalista. Si trasferisce in Svizzera nel 2013 e riprende gli studi indirizzandosi verso scrittura e traduzione prsso L'alta Scuola delle Arti di Berna. Gli viene conferito nel 2016 il Prix de Poésie de la Vocation per la raccolta Atemnot (souffle court) che viene pubblicata da Cheyne. Suo testi compaiono inoltre in diverse riviste in Francia e Svizzera. In Germania, suoi testi sono iinoltre nclusi nell'antologia Lyrik von Jetzt III e poi adattati per SWR2 per l'emissione in radio. A sua cura sono atelier di scrittura, in particolar emodo indirizzati ai rifugiati e richiedenti l'asilo. In cooperazione con la fotografa Nadège Abadine crea il porgetto Silences teso ad interrogare la migrazione attraverso la lingua e l'immagine. Dal 2015 al 2017 è stata la responsabile della versione francofona della rivista Viceversa Littérature. Lavora infine come traduttrice dal tedesco e dal russo e per il suo lavoro di traduzione gli viene conferita la borsa letteraria Elmar-Tophoven. Attualmente è auteure en résidence presso il théâtre POCHE/GVE di Ginevra. Nel 2017 viene pubblicato Amarres (Lausanne, L'Âge d'Homme)