104.

“E sia…”

E sia…

Degli odorosi glicini in fiore 

infine l’antico sentore avrai sulla pelle…

Di legni salmastri porterai schegge

sotto le molli dita…

Di canti lontani ed echi radiosi avrai pieni i ricordi…

Di grida gioiose ed inumane al contempo avrai piena la voce…

E sia…tutto questo sia…

Nel giorno recondita ombra e nella notte luce benevola sia questa tua mordace esistenza…

E sí come falco dall’infallibile vista identifica la sua preda tra le verdeggianti fronde,tu aguzza te stesso…e nel discostare quel fitto manto,scorgine il fulgido riflesso…

E sia… giammai luce riflessa ebbe timore di trafiggere coloro che portano a passo lento il titanico peso della lealtà…

“Respirando”

Respirando d’un respiro che corre

lungo immaginari sentieri

il lettore visse infinite vite…

L’ignaro spese l’unica offertagli dal cielo come meglio pote’,annaspando tra le pieghe di un vestito talvolta troppo stretto…

Di un mare troppo calmo…

Di una paura senza pudore…

Di un coltello aguzzo ma oramai privo di lama…

“La Notte” 

Al riverbero della sera,

alle strade battute e polverose,

che di vermiglio colore appaiono

crogiolandosi nell’ultimo guizzo di luce…

Prima che infine giunga, di sicuro vestita, come imperturbabile dama, e col suo manto celi inesorabili tristezze recondite…

Ed ancora, impudica, smascheri i volti più ridenti, più gai, rivelandone l’angoscia e gli affanni, relegandone il dolore negli anfratti più bui, lungo le più segrete insenature…

Vestigia impalpabili la Notte rivela agli astri…

i quali con flebile luce si ergono a vessillo di verità amara e consunta,

oscurando con sfumature alabastre quel che alla piena luce del giorno malcelano, sí come meschini prigionieri della propria gogna, i cuori affranti…