Federico Italiano (Novara, 1976) insegna Letterature Comparate nelle Università di Monaco di Baviera e di Innsbruck. Poeta, saggista e traduttore, ha pubblicato tre libri di poesia, Nella costanza (Borgomanero, Atelier 2003), I Mirmidoni (Milano, Il Faggio 2006), L’invasione dei granchi giganti (Milano, Marietti 2010) e lo studio Tra miele e pietra. Aspetti di geopoetica in Montale e Celan (Milano, Mimesis 2009). Imminente è l’uscita della sua ultima raccolta poetica, L’impronta (Torino, Aragno 2014).Sue poesie sono state tradotte in diverse lingue, tra cui tedesco, inglese, ebraico, rumeno, albanese e spagnolo. Suoi testi sono inclusi in varie antologie di poesia contemporanea in Italia e all’estero.Ha inoltre curato le raccolte di saggi Geopoetiche. Studi di geografia e letteratura (con M. Mastronunzio, Milano, Unicopli 2011) e Translatio/n. Narration, Media and the Staging of Cultural Differences (con M. Rössner, Bielefeld, Transcript 2012). Insieme a Michael Krüger, ha di recente curato Die Erschließung des Lichts. Italienische Dichtung der Gegenwart, un’antologia di poesia italiana del secondo Novecento in traduzione tedesca e con testo a fronte (München, Hanser 2013).
Federico Italiano
da L’impronta
(raccolta di prossima pubblicazione per Nino Aragno Editore, nella collana I domani a cura di Maria Grazia Calandrone, Andrea Cortellessa e Laura Pugno)
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Tra arance e filosofi
Nel nostro sangue schiarito dal mare
nelle nostre ginocchia sefardite
nel destino boreale del piede
nell’archivio vivente del tuo lascito
nell’entusiasmo del mio dito indice
nel profumo di Zambia e dopobarba
nell’intuito dei fratelli, negli occhi
delle mie figlie ti rivedo padre
a tuo agio in contemplazione e sorrisi
in quelle dissimulate esegesi
del dopocena, tra arance e filosofi,
quando a inquieti adolescenti sbucciavi
il codice futuro:
siate esatti nell’anima, imperfetti
nell’aderire, audaci nell’attesa.
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Tel Aviv
Mi svegliò l’odore di shampoo e iodio
che pervase la veranda con l’ombra
incompleta di mollette e gerani.
In un caffè della Bograshov Street
visitai il mio palato
e in un taxi prematuro conobbi
la mia mano. Tra il rosso
neon di un night ed una menorah
gigante ascoltai tutto:
le tue genealogie,
le tue consonanti franco-allemandes
le tue leggende di re e d’istruttori,
le tue storie di piaghe e di lavabi,
finché non mi svelasti
il cavo segreto della città.
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Federico Italiano (Novara, 1976) insegna Letterature Comparate nelle Università di Monaco di Baviera e di Innsbruck. Poeta, saggista e traduttore, ha pubblicato tre libri di poesia, Nella costanza (Borgomanero, Atelier 2003), I Mirmidoni (Milano, Il Faggio 2006), L’invasione dei granchi giganti (Milano, Marietti 2010) e lo studio Tra miele e pietra. Aspetti di geopoetica in Montale e Celan (Milano, Mimesis 2009). Imminente è l’uscita della sua ultima raccolta poetica, L’impronta (Torino, Aragno 2014).Sue poesie sono state tradotte in diverse lingue, tra cui tedesco, inglese, ebraico, rumeno, albanese e spagnolo. Suoi testi sono inclusi in varie antologie di poesia contemporanea in Italia e all’estero.Ha inoltre curato le raccolte di saggi Geopoetiche. Studi di geografia e letteratura (con M. Mastronunzio, Milano, Unicopli 2011) e Translatio/n. Narration, Media and the Staging of Cultural Differences (con M. Rössner, Bielefeld, Transcript 2012). Insieme a Michael Krüger, ha di recente curato Die Erschließung des Lichts. Italienische Dichtung der Gegenwart, un’antologia di poesia italiana del secondo Novecento in traduzione tedesca e con testo a fronte (München, Hanser 2013).
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