Vittorino Curci — Inediti

Poeta, musicista e artista visivo, Vittorino Curci vive a Noci (Bari) dove è nato nel 1952. Nel 1999 ha vinto il Premio Montale per la sezione “Inediti”. Sue poesie sono apparse su Nuovi Argomenti. Dal 2019 al 2023 ha curato la Bottega della poesia per il quotidiano la Repubblica-Bari. In campo musicale ha collaborato con numerosi musicisti italiani e stranieri, è presente in circa 60 album e ha diretto l’Europa Jazz Festival di Noci (1989-2000). I suoi libri più recenti: Note sull’arte poetica – Primo Quaderno (Spagine, 2018); L’ora di chiusura (La Vita Felice, 2019); La lezione di Hemingway e altri scritti di letteratura (Macabor); Note sull’arte poetica – Secondo Quaderno (Spagine, 2020); Poesie (2020-1997) (La Vita Felice, 2021), con prefazione di Milo De Angelis (Premio Giuria Viareggio e finalista al Premio “Viareggio-Rèpaci” 2021); Cadenze per la fine del tempo (Musicaos Editore, 2023); Un giorno, due oppure vent’anni (Lyriks, 2023); Tutto il resto è letteratura (Musicaos Editore, 2024).

 

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EPISTULA

con datazione errata, in una sequela
di inserti che sbalordisce per le mutevoli
costellazioni della lingua…

ma fui io a parlarti della seconda
data, dei rumori che scrosciano
dalle convulsioni finali di un’epoca…

 

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ieri non potevi e oggi
pare facile imbrattare
un foglio, stai con queste parole
fingi come gli altri
e il tuo sorriso inclina al silenzio

non sei uno che se la batte
sei tu stesso notte e leggi
vecchi fogli ciclostilati
non più districabili
tra i molti vuoti di memoria

quando alzi gli occhi
sei uno sciame di farfalle bianche
il pegno di un passato informe
alle notizie sanguinanti
dell’ultima ora

 

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SENZA VIA DI SCAMPO

 

1.

altrimenti è sera e vengono
per primi a cancellare ogni traccia
dell’esperienza reale

vanno negli ovili
con le fiaccole fumiganti
controllano i materiali
che hanno portato

 

2.

per la metamorfosi del suolo e dei campi
i rizomatici principianti
utilizzano parole non disposte
e scritture senza voce

fino a ieri i barlumi estatici
hanno vissuto nello schema
di una campagna
che languiva dentro ai paesi,
poi tutto è cambiato, anche se

nella carne del linguaggio, come
un destino incompiuto,
l’imprevedibile non ci ha abbandonato

 

*

 

NEANCHE A PARLARNE

il guardiano della soglia è un blu che raduna
gli altri colori – avrebbe una visione di sé
per gli altri se il suo occhio indolente non fosse
risucchiato dal temporale che esce dal bosco
e si avvicina ai gelsi del campo sportivo

mettiamo che io sia quello che legge…
che cambia? è il momento di andare a capo
di quel sogno davvero insolito per me
dove tutto ciò che annega nel passato
è un pensiero commosso che va a ritroso

il verbale dice che la terra copre un significato
più largo – un restringimento dello sguardo
i mattini colmi di notte
una voce che chiama.
non è più tempo di stare con queste parole

 

*

 

NOLI RESPICERE

a C. P.

«ma io non faccio che aggrapparmi a ciò che resta di me, anche se
non è (non sono) io, è soltanto una voce, e allora mi chiedo per
quale motivo la verità non è mai dove siamo, dove pensiamo di
essere… come è possibile saperne di più quando è evidente che ci
diamo ragione solo per convincerci di avere ragione… lo so, è
mostruoso tutto questo, ma lo sarebbe ugualmente se fosse vero il
contrario… ecco, vedi, siamo giunti alla stessa conclusione:
l'insopportabilità della vita»

 

 

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© Fotografia di Francesco Liuzzi.