Simão Valente è nato a Lisbona nel 1987. Oltre a Miniatura(Artefacto, 2013) la sua prima silloge poetica, ha pubblicato altre poesie e racconti in portoghese, inglese e italiano su riviste portoghesi, spagnole e cipriote, come Ítaca, Relâmpago e Arteri. È stato tradotto in francese, spagnolo e inglese. Attualmente è lettore di lingua portoghese all’Università di Oxford.
Simão Valente
(inediti)
traduzione dal portoghese di Daniela Di Pasquale
como de uma casa abandonada à pressa, há muitos anos.
As cortinas e a gordura cobrem a porta da varanda, ao
fundo do corredor apertado. Um homem idoso perde o
controlo do seu corpo. Na mesma casa, a mulher. Zomba
de inércia no chão. Um cão branco, cauda entre as
pernas, sem parar de a abanar, lambe-lhe a cara.
come di una casa abbandonata in fretta, molti anni fa.
Le tende e il grasso coprono la porta della veranda, in
fondo al corridoio stretto. Un uomo anziano perde il
controllo del suo corpo. Nella stessa casa, la moglie. Scherza
d’inerzia sul pavimento. Un cane bianco, coda tra le
gambe, senza smettere di scuoterla, le lecca la faccia.
*
Como cartas, não te deitem ou vejam:
já chega que por um lado se contemple,
sério, e que pelo outro haja quem finja
não ver. O jogo está aí. Talvez por isso
caias e o balanço se perca – por ser tanto.
A coroa do prémio, passa-a de mão em
mão, pouco importa quem a use. Nunca
foste general, eremita ou rosa, se é trunfo.
*
Come carte, non ti calino o vedano:
è già sufficiente che da un lato si contempli,
serio, e che dall’altro ci sia chi finga
di non vedere. Il gioco sta lì. Forse per questo
cadi e si perde l’equilibrio – è troppo.
La corona del premio, passala di mano in
mano, poco importa chi la usi. Non sei mai
stato generale, eremita o rosa, se è un vantaggio.
*
Lavei os pés a um homem porque não
me ocorreu outra forma de o saudar.
O gesto e a transparência. Para todos.
Só eu era o meu quê de inocente,
e isso de pouco serviu. Afinal
estava ali. Disse baixinho o que
para eles era grandeza, mas que
para mim era tumulto e segredo.
*
Lavai i piedi a un uomo perché non
trovai altro modo per salutarlo.
Il gesto e la trasparenza. Per tutti.
Solo io ero il mio che di innocente,
e questo servì a poco. Dopotutto
ero lì. Dissi a bassa voce quello che
per loro era grandezza, ma che
per me era tumulto e segreto.
Fotografia di proprietà dell’autore
Daniela Di Pasquale si è laureata in Lettere Moderne nel 2002 (Università di Milano), con una tesi in Lingua e Letteratura Portoghese e ha conseguito il titolo di Dottore di Ricerca in Letterature Moderne e Comparate nel 2006 (Università di Genova), con una tesi di comparatistica letteraria luso-italiana (Metastasio al gusto portoghese. Traduzioni e adattamenti del melodramma metastasiano nel Portogallo del Settecento, Aracne, 2007). Dal 2007 al 2013 è stata borsista di post-dottorato presso il Centro de Estudos Comparatistas dell’Università di Lisbona, dove ha condotto un progetto di ricerca sulla ricezione di Dante in Portogallo.
Traduttrice letteraria dal portoghese all’italiano, ha lavorato per Cavallo di Ferro e ha recentemente tradotto la silloge poetica di Ricardo Gil Soeiro (L’apprendista di enigmi, Aracne, 2012). Ha svolto attività di docenza universitaria in Portogallo nell’ambito della cultura italiana e della traduzione, con particolare interesse per il teatro, l’opera lirica e la poesia. Molteplici sono i riconoscimenti ottenuti per la sua attività di prosatrice. In poesia ha pubblicato Mater Babelica (Faloppio, LietoColle, 2014).
Per Atelier ha tradotto:
– Susana Araújo
– Ricardo Gil Soeiro