Una poesia da “Prato pagano. Almanacco di prosa e poesia”, n. 3, aprile 1981

ImmagineJacopo Mecca e Paolo Rigo, giovani e ben ferrati studiosi di poesia contemporanea, parleranno di Valerio Magrelli al Seminario “Prato pagano. Il futuro nell’antico” (8 ottobre 2018), curato da Gabriella Sica alla Biblioteca Nazionale Centrale di Roma. “Valerio Magrelli straniero e sodale in Prato pagano. Un terreno fertile” è il titolo della relazione di Jacopo Mecca. “Tra forma e chiarità: Petrarca in Prato pagano?”, quella di Paolo Rigo che muove da un commento di Sabrina Stroppa a “Ora serrata retinae”.

Nella foto Valerio Magrelli, in un clamoroso articolo firmato da Franco Fortini, Versi candidi e versi volpini, in esposizione alla Mostra “Prato pagano e la poesia degli anni Ottanta”, apparso su “L’Espresso”, il 9 marzo 1986, a ridosso dell’uscita dei primi due numeri della seconda serie di Prato pagano.
da “Prato pagano. Almanacco di prosa e poesia”, n. 3, aprile 1981

di Valerio Magrelli

Io mi addormento come
Si spegnono le luci d’un paese,
e uno dopo l’altro
svaniscono gli oggetti dal pensiero.
Il sonno è il risultato
Di questa sottrazione:
quando il calcolo è giusto
nulla deve avanzare
e tutto torna.