Traduzione dall’arabo di Laura Cecchin
Caffè
Servi a tua zia, Nawwar, un po’ di caffè!
Non essere timida con zia Storia
è già venuta a trovarci
tu eri piccina
non ne hai memoria.
Non rubarle le penne
non prenderla in giro
è fatta così
il viso dai tratti grossolani
mani da dea indiana, in numero infinito
e se vuole diventa uccello,
pavone, struzzo o pollo che starnazza
e vola, cammina
striscia, nuota
tracciando lunga un’orma, circolare o retta di forma.
Non sprecare parole, non ti risponderà
è sicura di sé
niente la turba, ma rimane turbato chi prova a turbarla con l’ignoranza.
È tua zia Meschina Miserabile
è tua zia Impavida Nobile
è attuale e i più su lei concordano,
anche se ha nel viso un che d’antico.
Non s’ode voce quando parla,
ma pezzi di registrazioni d’epoca in formato digitale
un mix di inni liturgici o dispute di Concili ecumenici
sull’Uno nei Due contro i Tre nell’Uno,
“Dio è il più Grande” nelle guerre dei musulmani, nei loro ritrovi e canzoni
e la curiosità di domande risolte già in passato si rinnova
domande tanto ignare da farci sorridere
da farci forse provare un po’ di nostalgia.
La Turchia, per te, dichiara la sua alleanza alla Germania?
Damasco è presa?
I Crociati sono respinti ad Antiochia o raggiungono Gerusalemme?
Cos’ha detto il Califfo al messo che lo informava del loro arrivo?
È rimasto qualcuno dei Banu Marwan?
Perché i Quraysh si riuniscono nel Palazzo del Consiglio?
Servi a tua zia, Nawwar, un po’ di caffè!
Smetti di provocarla
tua zia è una criminale
Dio solo sa quante nazioni ha annientato inconsapevole
e indifferente.
Non farla arrabbiare: nel reagire è cauta ma non mite
chissà che ci tocca oggi…
Servi ancora caffè!
Nawwar, ricordi tutte le guerre?
Gettavi semi sui monti
e quando ti chiesi «Che fai?» rispondesti:
«Se il cielo si riempisse d’uccellini, ci coprirebbe dallo sguardo degli aeroplani»
tua zia giunse tra stormi di colombe e ti si posò accanto
disse che eri buona e prese a guardarti.
Israele resterà così, tra noi?
Chiese Nawwar a sua zia
la curiosità negli occhi bella come l’infanzia in un’idea
il silenzio tra loro teso come grido
la sua vita appesa, per un istante, alla risposta
e per la prima volta dopo mille anni vidi lei sorridere:
La risposta, cara, sai già qual è.
Servi a tua zia, Nawwar, un po’ di caffè!
Testo originale: