Stefano Simoncelli – poesie da Residence Cielo (peQuod Editore, 2018) Uscita editoriale

SIMONCELLI STEFStefano Simoncelli è nato nel 1950 a Cesenatico, ma da diversi anni vive a Acquarola sulle colline di Cesena. È stato uno dei fondatori di «Sul Porto», la rivista di letteratura e politica che catturò negli anni Settanta l’attenzione e la collaborazione di poeti come Pasolini, Bertolucci, Caproni, Sereni, Fortini, Raboni e Giudici. Nel 1981, con la raccolta Via dei Platani (edita da Guanda con la presentazione di Raboni e postfazione di Fortini), ha vinto il Premio Internazionale Mondello Opera Prima. Nel 1989, è uscito il libro Poesie d’avventura nella collana Gli Spilli, diretta da Enzo Siciliano e edita da Gremese. Nel 2004 ha pubblicato con Pequod la raccolta Giocavo all’ala (Premio Gozzano) e nel 2006 (sempre per Pequod) La rissa degli angeli. Nel 2012 ha pubblicato Terza copia del gelo (Premio biennale Diego Valeri, giuria popolare) presso le edizioni Italic Pequod e nel 2014 Hotel degli introvabili. Nel 2015 è uscito il racconto in prosa poetica Il collezionista di vetri (Italic arte) con fotografie di Daniele Ferroni e la plaquette Notizie interferenze sibili edita dai Quaderni di Orfeo. Nel 2017 è uscita, sempre presso l’Italic Pequod, la silloge Prove del diluvio con cui ha ottenuto il premio “Europa in versi”. Nel maggio 2018 ha letto sue poesie nella trasmissione radiofonica “Fahrenheit”. Il suo ultimo libro in uscita è Residence Cielo (Italic Pequod editore, novembre 2018). 

 

Stefano Simoncelli
Testi da “Residence Cielo” (Italic PeQuod editore, 2018)

*

Ho un grande debito aperto con la vita
che ha cacciato indietro a calci la morte
e devo pagarlo, non so come, ma devo

e non c’è modo di cancellarlo
in preda al panico come sono stato
e senza un vocabolario cui fare riferimento

se non richiami che mi arrivano da una palude
o echi da un hangar bombardato dal silenzio. 
Questo scrivo mentre rivedo i compagni

rimasti su quei letti di dolore,
gli incurabili che urlavano di notte
facendo scattare la sirena dell’allarme

e le corse sfrenate delle infermiere.
A loro e solamente a loro penso
le volte che riesco a pensare. 

*

 

Mi preparo a un viaggio
chissà per dove
sapendo 

che non ritornerò più quello che sono,
ma qualcosa di diverso nell’aspetto e linguaggio.
Sarò energia pura, polvere o vapore acqueo

e parlerò con il fruscio della brezza
tra le tende di un terrazzo
all’ultimo piano

del Residence Cielo.

*

per Maurizio Brusa

Le volte che mi telefonava
con appena un filo di voce
mi chiedevo quale fosse la forza

che lo teneva agganciato alla vita.
Me lo domando anche adesso
e penso non fosse la poesia, 

non sempre e solamente quella
che sarebbe troppo facile e scontato,
ma la consapevolezza di essere unica,

speciale e irripetibile testimonianza
di come si può restare al mondo
come per caso o in ostaggio

con leggerezza e magia. 

Ottobre 2017


Fotografia di proprietà di Sandra e Urbano Fotografi

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