Simone Zafferani
(inediti)
da “La sibilla montana”
*
E’ il paesaggio che abita i tuoi occhi,
li rende un’intenzione, li risale
fino a una casa aperta sulla notte. Poi li avvera
e non c’è niente più che un punto fermo
quel solo dettaglio
da cui origina il bisogno di guardare
– la voglia di resistere al buio dove sogna
l’abitatore unico del sogno.
*
E dopo saremo anche noi
una silenziosa matematica di luci
tutta fatta di segni
e noi stessi segni di qualcosa
– diremo fulmine, pianoro, subsidenza
cambiando la causa con l’effetto.
Ci sopravvivrà la coscienza di quel sovvertimento
l’aver fatto a meno delle stelle
per orientarci nel buio del frattempo.
Saremo tutt’uno con la cosa precipitata
e adesso smetto di pensarlo,
lo so, non lo conosco.
*
Quel suono che ti inghiotte,
la musica dell’alba,
rifallo fino a che non ti sfinisce.
Dall’alto dell’abisso fino al centro
di quella tela intessuta col tuo sangue
non avrai altra cura che questa: ripetere.
Sarà la sua vertigine, né avrai
speranza di fermarti.
Eppure resisti fino a dove
quel suono trova il nome che lo spezza
e senza compimento te lo rende.
Simone Zafferani (Terni, 1972) vive a Roma. Ha pubblicato i libri di poesia Questo transito d’anni (Casta Diva, 2004), vincitore del premio Lorenzo Montano 2006, Da un mare incontenibile interno (Ladolfi Editore, 2011), finalista ai premi Sulle orme di Ada Negri 2012 e Laurentum 2012, L’imprevisto mondo (La Vita Felice, 2015). Ha inoltre scritto insieme a Paolo Camilli il testo teatrale Per colpa di un coniglio, rappresentato a Roma nel maggio 2017. Sue poesie sono uscite in riviste, antologie, plaquette ed edizioni d’arte. E’ autore del blog imprevistoverso.
Fotografia di proprietà dell’autore.