Simona De Salvo – da “La camiceria brillante dei miei anni”

DE SALVOSimona De Salvo (Fiorenzuola D’Arda, 1993) si è laureata in filosofia presso l’Università degli Studi di Pavia. Attualmente vive tra Pavia e Cremona, dove lavora come barista e cameriera di sala. Una prima raccolta poetica, La memoria, contenente testi giovanili, esce per la Sigismundus Editrice nel 2013. Alcuni testi sono comparsi online, sul sito Words Social Forum, nel novembre del 2013 e nel dicembre dell’anno successivo. Dal 2015 è redattrice editoriale per la rivista indipendente di poesia e cultura “NiedernGasse”. La seconda raccolta dal titolo La camiceria brillante dei miei anni è di imminente uscita  nella collana “Sottotraccia” diretta da Antonio Bux per i tipi di Marco Saya edizioni.

Simona De Salvo
da La camiceria brillante dei miei anni
(anteprima editoriale – la raccolta è di imminente pubblicazione per i tipi di Marco Saya edizioni)

*
de salvo 01Eravamo sotto i portici una mattina: tu, tornato da
Remscheid guardavi
le nuvole italiane, io cantavo con un bicchiere
in mano una canzone, forse una poesia
di Ryzhy che parlava
delle sciocchezze del mondo
e mi vergognai di aver pensato
anche solo per un minuto
a te
come si pensa a un padre, e che mi avresti salvato
io, Atena
con la sigaretta rotta, il vestito blu
il cappotto vecchio con in tasca
                     le bucce di mandarino
                                       mentre scoppiava il sole
                                                         sopra un tessuto di neve
mi vergognai
e smisi di cantare.
Le statue dei cavalli ridevano, allora
alzate in piedi
sulla folla
          di margherite.
Una vita di carta stagnola è quello
che ti posso offrire, mi dicesti
Me la prendo
ti risposi.
E scartai una caramella.

*

Hai valutato accuratamente i miei anni prima di investire?
Hai controllato che non avessero perdite,
buchi, tagli, falle
scuciture?
Hai messo in fila ciò che contengono, passato tutto
attentamente
al metal
                   detector?
Hai provveduto a infilare i prodotti infiammabili
in buste di plastica
            trasparente?
E mentre i miei anni scorrevano uno dopo l’altro sul rullo trasportatore
li hai guardati davanti a te
e tu davanti a loro
ne hai percepito la distanza
                                                              cosmica da te,
e tu da loro?
E mentre rotolavano sul pavimento
come biglie di vetro
nero, ne hai misurato
              le contraddizioni?

Quando te li sei trovati davanti, nudi,
          e ti sei accorto che bruciavano, che prendevano
fuoco
e quando ne hai avvertito
l’energia, hai tirato forte le briglie?
Dopo aver guardato nel loro pozzo, ciò che contiene
hai fatto un passo indietro?
Nessun uomo che mi accompagnasse all’altare.
Uno struggimento selvaggio.
Hai evitato accuratamente di sottoscriverne le clausole?

E mentre Anne ballava, la sera dei suoi diciannove
             anni, vestita di blu
(e lo champagne respirava come un sub),
tu a cosa pensavi?
Lei e il padre, abbracciati nella festa
                        erano due cigni solitari.

E mentre il grembiule dei miei anni giaceva
sporco sul pavimento
e i vassoi di bicchieri
          luccicavano sul manico argentato
della notte,
cosa hai deciso?

Gli hai insegnato a non vibrare
                    teneramente, davanti ad altri uomini?
Gli hai chiesto di smettere, quando scrivevano
seduti nella veranda dell’estate
sotto le inesorabili stelle
le grandiose, ed iperboliche
ed inutili stelle ?

*
DE SALVO 02 2
Quella sera ero seduta nella hall
con un vestito blu.
Gli avvenimenti bruciavano come candele estive,
sui tavoli esterni del Ducale.
La finestra era aperta sul grande Parco Fellini.
Guardavo le vele in lontananza trascinarsi dietro
                     a file di condomini
                                              marini
e il mio cuore era in lutto.
Io vivevo, allora, molto al di sopra della biologia.
L’odore di sabbia
                bagnata mi riempiva le mani.

Si determinarono stati
di involontaria bellezza seguiti da altri
         meno lucidi e più intensi
di presa di coscienza.
Vidi mio padre. Dondolava nell’amaca bianca
sopra una vita
       fatta a pezzi.
E poi mia madre, sul divano
della hall, vent’anni prima.
Uguale a me, eterna.

Nella mancanza di lirismo, vidi
il passato sgretolarsi.
Fuori dalla biologia e fuori da ogni legge.

Dove i vetri del Tritone scomparivano
                  tutto il cosmo si apriva, nero e intatto
e io vi scivolavo dentro.


Simona De Salvo (Fiorenzuola D’Arda, 1993) si è laureata in filosofia presso l’Università degli Studi di Pavia. Attualmente vive tra Pavia e Cremona, dove lavora come barista e cameriera di sala. Una prima raccolta poetica, La memoria, contenente testi giovanili, esce per la Sigismundus Editrice nel 2013. Alcuni testi sono comparsi online, sul sito Words Social Forum, nel novembre del 2013 e nel dicembre dell’anno successivo. Dal 2015 è redattrice editoriale per la rivista indipendente di poesia e cultura “NiedernGasse”. La seconda raccolta dal titolo La camiceria brillante dei miei anni è di imminente uscita  nella collana “Sottotraccia” diretta da Antonio Bux per i tipi di Marco Saya edizioni.

Fotografia di proprietà dell’autrice.