Selahattin Yolgiden (Istanbul, 1977) esordisce in poesia nel 2000 pubblicando i primi testi nella rivista E alla quale immediatamente seguono le riviste Adam Sanat, Litap-lik, So?zcu?kler e O?zgu?r Edebiyat, pubblicazioni che lo impongono nel panorama editoriale come una nuova e potente voce della poesia turca contemporanea. Del 2004 è la prima raccolta di poesia Su K?y?s?nda Kimse Yoktu (Nessuno era sulla costa) alla quale viene immediatament assegnato il Cemal Su?reya Poetry Award. Del 2006 la raccolta Gu?n Geceye Ku?stu?g?u?nde (premio M. Sunullah Ar?soy); nel 2011 pubblica Lacivert Bir Oyundu I?kimiz Aras?nda (“Era un gioco azzurro quello fra noi due” – Arif Damar Poetry Award) e nel 2013 Eve Gec? Kald?m Yaln?zl?k Bekler (“Rientro tardi, la solitudine mi aspetta” – Behc?et Aysan Poetry Award nel 2014). Partecipa a festival in tutto il mondo e vive a Istanbul.
Selahattin Yolgiden
traduzione dal turco di Nicola Verderame
da Lacivert Bir Oyundu ?kimiz Aras?nda – Premio di Poesia Arif Damar 2011.
biriyle olman?n yaln?zl???
aç?l?r ve kapan?r kap?lar
her gece birbiri ard?na
pencereyi aç, perdeyi çek
ayn? elle.
e?er ayn? eve geleceksen
ya?amak
y?l???k bir gölge gibi nereye gitsen yan?nda.
odadaki melekleri görmek için
k?s?k gözlerle dola?man saydam bir kap? aç?yor gecede
“ben yoktum önceden, ?imdiyse
hiç olmad???m kadar var?m burada
i?te bileklerim, bir asma dal? kadar narin
ve yüzüm; senin aynanda…”
ya?murlar gelecektir, yak?n art?k
suya kavu?man?n özlemi toprakta
biriyle olman?n yaln?zl???n?
hep ba?ka biriyle doldurdun hayat?nda.
la solitudine di non essere soli
le porte si aprono e chiudono
una dopo l’altra, notte dopo notte
apri la finestra e tira le tende
con una mano sola
se vieni nella mia casa
la vita ti starà
sempre di fianco
come un’ombra adesiva.
il tuo aggirarti a occhi semichiusi
per avvistare
gli angeli nella stanza
apre una porta trasparente sulla notte
“prima non esistevo, ora invece
esisto più che mai
ecco i miei polsi fragili come tralci
e il mio volto nel tuo specchio”
si approssima la pioggia, si avvicina
la nostalgia del terreno per l’acqua
la solitudine di non essere soli
ogni volta la colmi con un altro
Da Eve Geç kald?m Yaln?zl?k Bekler (“Rientro tardi, la solitudine mi aspetta”), 2014.
van gogh
y?ld?zlar?n gölgelerini
öpmek için yere dü?tükleri gece
otlar?n aras?nda bir ???k bulan avare,
kaderin böyle yaz?ld? senin!
bunca sava?tan ve y?k?mdan sonra
meydandan geçen biri, as?lm?? insanlara
bakarak, ya?ad???na minnettar.
bahçedeki mezar ta??n?n etraf?nda
oku geçmi?ini: o senin ad?n
ne kadar a?lad?ysan o kadar ya?ad?n.
y?ld?zlar?n ?ereflendirdi?i gece
bir kara kedi gelip
sürtününce aya??ma
esmer oldum ben de
arles’da cumartesi
koro halinde ?ark? söylüyor
irili ufakl? bütün y?ld?zlar
“eski kula?? kesiklerden van gogh’a selam
bizi en iyi o hat?rlar”
van gogh
la notte in cui cadevano le stelle
a baciare le proprie ombre,
vagabondo che scorgi una luce nell’erba
il tuo destino così è stato scritto!
dopo tanti conflitti e distruzioni
qualcuno attraversa la piazza e guarda
i giustiziati, grato di vivere
leggi il tuo passato attorno
alla lapide nel giardino: porta il tuo nome.
quanto avrai pianto, tanto a lungo avrai vissuto
quando la notte celebrata dalle stelle
giunse come un gatto nero
a strusciarsi sui miei piedi
anch’io diventai bruno
il sabato di Arles
intona inni in coro
con tutte le stelle, grandi e piccole
“noi dagli orecchi mozzati salutiamo van gogh
chi meglio di lui potrà ricordarci”
Da Gitti?im En Uzak Yer Sizdiniz, (“Il luogo più lontano che ho visitato eravate voi”), 2015.
herkesin tanr?s? kendi içinde
yüz bedenin ruhudur* bay antuan
o yüzden böyle uzun uzun bak?yoruz birbirimize
o yüzden gözlerimiz yüzümüzde
zaman her ?eyin ilac?d?r
diyen hiç kimseye inanmay?n
çünkü gece lambalar? yanan evlerde,
k??’?n bo? sahillerinde,
içeride en çok, ta içeride
öldürmü?tük zaman?
ve ölüden ilaç olmaz hiç kimseye
unuttuk ve hat?rlad?k tekrar
kendimize yalandan mabetler kurduk
ve inand?k kutsall?klar?na
bay antuan, anlasan?za
herkesin peygamberi kendisidir
herkesin tanr?s? kendi içinde
herkesin kendisi, sadece kendisine…
*Wittgenstein
il dio di ognuno è dentro di sé
il viso è lo spirito del corpo*, signor Antoine
ecco perché restiamo a osservarci
ecco perché abbiamo gli occhi sul viso
non creda a chi le dice che
il tempo guarisce tutte le cose
perché sulle rive deserte dell’inverno
nelle case dalle lampade accese
nel punto più riposto
abbiamo ammazzato il tempo
e un morto non guarirà mai nessuno
abbiamo dimenticato, e ancora ricordato
eretto templi di menzogne a noi stessi
creduto che fossero sacri
signor Antoine, mi capisca
tutti sono profeti per se stessi
e il dio di ognuno è dentro di sé
l’io di ciascuno è solo per sé…
*Wittgenstein
Selahattin Yolgiden (Istanbul, 1977) esordisce in poesia nel 2000 pubblicando i primi testi nella rivista E alla quale immediatamente seguono le riviste Adam Sanat, Litap-lik, So?zcu?kler e O?zgu?r Edebiyat, pubblicazioni che lo impongono nel panorama editoriale come una nuova e potente voce della poesia turca contemporanea. Del 2004 è la prima raccolta di poesia Su K?y?s?nda Kimse Yoktu (Nessuno era sulla costa) alla quale viene immediatament assegnato il Cemal Su?reya Poetry Award. Del 2006 la raccolta Gu?n Geceye Ku?stu?g?u?nde (premio M. Sunullah Ar?soy); nel 2011 pubblica Lacivert Bir Oyundu I?kimiz Aras?nda (“Era un gioco azzurro quello fra noi due” – Arif Damar Poetry Award) e nel 2013 Eve Gec? Kald?m Yaln?zl?k Bekler (“Rientro tardi, la solitudine mi aspetta” – Behc?et Aysan Poetry Award nel 2014). Partecipa a festival in tutto il mondo e vive a Istanbul.
Fotografia di proprietà dell’autore
Nicola Verderame (1984) è Doctoral Fellow presso la Berlin Graduate School Muslim Cultures and Societies, dove conduce una ricerca sull’architettura ottomana. Vive tra Berlino e Istanbul. Traduce principalmente poesia contemporanea turca in italiano. Collabora con la rivista turca “Nota del Traduttore” (“Çevirmenin Notu”) e gestisce il blog “Defter – Poesia turca contemporaneaturca contemporanea” dedicato ai poeti viventi che si esprimono in turco.