Sebastiano Gatto
(inediti)
Il figlio del primo erectus
Pare che il mal di schiena sia un’eredità
lasciataci dal primo ominide
che scelse la posizione eretta
Neanche sceso dal letto
cerco la mia compressa
a lungo rilascio di voltarèn.
E rivedo mio padre
in posizione eretta,
lo sguardo inclinato di trenta gradi.
Ha ritenuto che a confronto
di tutti gli altri mali
-finire sbranati ad esempio-
un po’ di lombalgia vale la pena.
Ma non ha pensato a che cosa
vuol dire opporsi
in equilibrio precario alla forza
contraria che sempre ci fa cadere.
Qui non è il mal di schiena
o la discopatia,
quanto doversi svegliare ogni giorno,
mettersi in piedi.
Di bestie, macchine e cose inanimate
Testo scritto in collaborazione
con Igor De Marchi
Si è fatta più pesante l’andatura
eppure insistono le bestie
non scappate a strappare
erba dura fosse anche
dal ciglio della strada.
Le macchine sfiorano i musi,
sollevano la polvere,
spostano avanti le luci su cose
inanimate, perché morte
o con insistenza mai nate.
Le une alle altre rasenti,
triangolazioni di sguardi
che cercano dove la vita,
se davvero la vita
ricresce.
Negotium
A lato gli anemici campi
e le curve esauste d’asfalto,
nel furgone Bo Frost
surgelati per i clienti.
In scena nell’hinterland piatto
l’andirivieni del giorno feriale,
nel pullman strapieno
più gente.
Lo scopo del risveglio è a fine corsa
e quello del ritorno è andare a casa.
Altro sarebbe
scordarsi di tutte le cose,
non rispettare le consegne;
altro sarebbe
prendersi il lusso
di fare qualcosa senza far legna.
Sebastiano Gatto è nato a Mestre nel 1975. Vive a Venezia. È scrittore e traduttore. Ha pubblicato i libri di poesia Padre Vostro (Udine, Campanotto, 2000), Horse Category (Rovigo, Il Ponte del sale, 2009), Strada lavoro (Nervi, 2015) e Voci dal fondo (Faloppio, LietoColle–Pordenonelegge, 2015). Per Amos Edizioni ha curato e tradotto Memoria della neve e Poesie complete di Julio Llamazares, Abel Sánchez di Miguel de Unamuno, Volverás a Región di Juan Benet. Per Il Ponte del sale, assieme a Ianus Pravo, Peter Pan non è che un nome di Leopoldo María Panero. A breve la pubblicazione del romanzo Il funerale di Genarín di Julio Llamazares da lui curato e tradotto. Per Amos edizioni ha pubblicato due romanzi brevi: Le sette biciclette di César (2012) e Blues delle zucche (2015). Dal 2017, assieme a Igor De Marchi e Giovanni Turra, è curatore della collana di poesia A27poesia di Amos edizioni.
Fotografia dell’autore estratta dal sito di Chiassoletteraria, ed. 2016