Saihate Tahi, nata a Kobe nel 1986, ha cominciato a farsi conoscere nel 2004 postando le sue poesie su blog e siti internet. In seguito ha pubblicato diversi volumi di raccolte, come Guddo m?ningu (Good morning, 2006), Sora ga bunretsu suru (Il cielo si spacca, 2012), Shinde shimau kei no bokura ni (Per noi, tipi mortali, 2014), Yozora ha itsudemo saik? mitsudo no aoiro (Il blu del cielo la sera è sempre della massima densità, aprile 2016), aggiudicandosi il premio della prestigiosa rivista Gendaishi tech? (Taccuino di poesia contemporanea) nel 2006, il Premio Nakahara Ch?ya nel 2008 e il Premio Hanatsubaki di Shiseido nel dicembre 2015. Il mezzo tradizionale, però, sembra andare stretto a questa poetessa nativa digitale, che ha inventato una nuova modalità di fruizione della poesia, con cui ha conquistato e continua a conquistare in Giappone ampie schiere di adolescenti: se da un lato attribuisce fondamentale importanza al volume stampato, d’altro canto Saihate continua a postare la sua opera su Twitter, Tumblr e altre piattaforme web, enfatizzandone la casualità, smantellando la struttura del testo attraverso la grafica, o facendone lo strumento di video games.
Saihate Tahi ????
(inediti)
Traduzione dal giapponese di Ornella Civardi
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Poesia digitale
Se tu sei tutte le aspirazioni, a me non resta ch’essere la frustrazione. Ora che si son spente le luci rosse della fiera d’estate, e ancora in cielo non si scorge stella, incorrotte sono solo le pupille che riescono a vedere nella notte. Nel trantran uguale dei miei giorni, s’infiltra la tristezza. Dalla tv, dalla musica lo sguardo cade sempre in una sola direzione. A cantare l’amore è quella tua pupilla che non mi sa vedere. E io, minuta scaglia del mondo che hai davanti, come farò a dire che anche l’esistenza di una come me è importante?
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Poesia della lampadina
che ti adori
che abbia tutti i desideri che bisogna
che viva che il sangue coli sul vestito
vedi sporcizia dappertutto e piangi,
ma quando fa sera e le lacrime ti brillano di luce
con questa sola immagine negli occhi, dormire
voglio vederti piangere per sempre
nella disperazione, finalmente bella
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Poesia del telescopio
I morti diventano stelle. Perciò quando morrai, quella notte il cielo sarà bello,
questo io un po’ lo sto desiderando.
Ti amo.
E amo assai questa realtà, che morrai.
Che un giorno sarai solo bianche ossa.
Un giorno sarai cenere bianca. Una bianca stella.
E adesso odiami, dài.
Sito ufficiale: http://tahi.jp
Fotografia di proprietà dell’autrice.
Ornella Civardi è laureata in lingua e letteratura giapponese presso l’università Ca’ Foscari di Venezia. Curatrice di opere di letteratura, arte e cultura, ha tradotto autori moderni e contemporanei come Kawabata, Mishima, Mori ?gai, Yoko ?gawa. Ha fatto conoscere in Italia le poesie di Nishiwaki Junzabur?, poeta modernista proposto per il Nobel alla Letteratura da Ezra Pound (Favole moderne, “In forma di parole”, 2005) e ha realizzato una delle pochissime edizioni in lingue occidentali del poeta zen del XV secolo Ikky? S?jun (Ubaldini, 2012). Per Racconti in un palmo di mano di Kawabata ha vinto, nel 2005, il premio Alcantara per la traduzione.