Rita Pacilio, Quasi madre

Rita Pacilio

Quasi madre

peQuod, 2022

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C’è una madre da raccontare per poterne sopportare la distanza, una madre resa dalla malattia quasi vuota d’amore, quasi madre. Rita Pacilio, poeta e narratrice raffinata, è la figlia che la soffre ma che sa pure quanto la poesia possa aiutarci a vedere oltre, oltre le accuse subite, il travisamento dei fatti e le frasi insensate; della madre riporta spesso le parole precise: non ti scomodare, non devi volermi beneNon interrompermi, ti devo parlare!Hai rovinato tutto, hai rovinato tutto… Questa poesia ci commuove proprio perché fa di tutto per non commuoverci, perché è solo nuda testimonianza delle visite alla madre ricoverata e dei pensieri, spesso duri e amarissimi, che questi incontri suscitano. Il lettore è li ogni volta, in silenzio accanto alla figlia, disarmato come lei davanti a una penitenza assidua e doverosa. Piero Marelli, nella Postfazione, parla giustamente di ‘colloquialità’ lirica e di ‘poesia riflessiva’, di “un monologo non egocentrico ma proiettato nell’altro.” Ecco, possiamo dire che in questa silloge la poesia adempie al suo impegno più nobile: dire l’altro da sè, soppratutto nel dolore, prima che ci sfugga per sempre.

Antonio Fiori

*

Hai gli occhi senza nemmeno un pensiero

il respiro non è tuo ma quello d’un’altra

ritrai il collo e l’animo meschino:

non ambia nulla se fai finta di morire

non torna indietro l’amore che non mi hai dato.

Tutti a ricordare le braccia della mamma

ma tu con me sei madre e forestiera insieme.

Mi scorre sul viso la vergogna

su tutto il dolore cade il silenzio.

Non dico niente quando non mi vedi

quando mi neghi un bacio e lo fai apposta.

*

Adesso la tua forma è una sfera

straziante, un metallo esploso, una mina.

Vengo a trovarti e ti chiedo se hai mangiato

faccio collegamenti tra mente e cuore

comincio a togliermi di dosso bambini,

bambole e figli, spalmo sul viso

la tristezza per tremare ogni mutilazione

contro natura mentre guardo

il mostro infinito attorno alle mascelle.

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Rita Pacilio (Benevento 1963) è poeta, scrittrice, sociologa, mediatrice familiare, si occupa di poesia, di critica letteraria, di metateatro, di saggistica, di letteratura per l’infanzia e di vocal jazz. Direttrice del marchio Editoriale RPlibri è Presidente dell’Associazione Arte e Saperi. Ha ideato e coordina il Festival della Poesia nella Cortesia di San Giorgio del Sannio. Sue recenti pubblicazioni di poesia: Gli imperfetti sono gente bizzarra, Quel grido raggrumato, Il suono per obbedienza, Prima di andare, Al polso porto catene, La venatura della viola. Per la narrativa: Non camminare scalzo, L’amore casomai. Pubblicazioni di letteratura per l’infanzia: La principessa con i baffi,Cantami una filastrocca, La favola dell’Abete, La vecchina brutta e cattiva. È stata tradotta in greco, in romeno, in francese, in arabo, in inglese, in spagnolo, in catalano, in georgiano, in napoletano.