Raffaele Niro è nato a San Severo (Fg) nel 1973. Sue opere di poesie sono L’attesa del padre (Transeuropa, 2016); Lingua di terra (La Vita Felice, 2013); Carte d’identità (Sentieri Meridiani, 2011); Cartacanta (Edizioni M. Di Salvo, 2009); Vuoti a rendere (Edizioni Rhymers’ Club, 2006). Sue poesie sono tradotte in Austria, Cile, Messico, Nicaragua e Spagna. Ha curato l’antologia Sotto il più largo cielo del mondo. Trenta poeti dauni con Canio Mancuso (Besa, I quaderni dell’Orsa, 2016). Dirige la collana di narrativa “Sud Aria” per la casa editrice “Terra d’ulivi”. È ideatore e direttore artistico del festival DauniaPoesia.
Raffaele Niro
Tre Inediti
*
Concerto in fa vertigine
è terra di confine
argine e poi fiume
e nel mentre pensa al mare
inizia già a salare
ed è onda ed è corrente
e in un attimo in un niente
diventa idea tra la gente
e si veste di parole
e nel suono d’una lingua
s’espande nei pensieri
nei sensi e nelle viole
lei che è fuoco
ed è passione
lei che è
già emozione
lei che è vita
insaporita
dal gusto di vedere
dalla voglia di scoprire
la bellezza in ogni dove
in ogni pozza
di sapere
lasciarsi meravigliare
*
T’abc
l’analfabeta ti vuole imparare
si applicherà nell’arte di osservare
sta imparando a leggere
tra le righe del tuo non dire
sta imparando a immaginare
tra le pieghe del tuo avvenire
e non c’è verso che regga
nello studio della tua grammatica
e non c’è verso che regga
la sua passione ortografica
la sintassi delle emozioni si calibra
nella sua mano a punta morbida
e non c’è verso che regga
la fantasia è la tua poetica
e non c’è verso che regga
nello studio della tua grammatica
sta imparando a comprendere
tra le righe del tuo spiegare
sta imparando a leggere
l’alfabeto della lingua amare
avrà rispetto della tua materia
analfabeta con la faccia seria
*
Filananna
E lo so che ti sembra uno spreco
il tempo del mondo che diventa cieco
eppure lo sai al giorno segue la notte
e dormire ti nutre quanto un sorso di latte.
Prova a pensare a un piccolo seme
che passa la notte nella terra che preme
e pensa che è il sonno che concilia la forza,
la gioia della vita che dopo irrompe la scorza.
E non temere il mostro in agguato
perché non esiste, ce lo siamo inventato
con le nostre paure, frutto di debolezze,
quando siam stanchi e non vediamo bellezze.
Per questo ora dormi, amore mio,
ancora stanotte ti proteggo io,
dormi e riposa, riposa e cresci,
domattina è arrivato con quel che gradisci.
Per questo ora dormi cuore di pane,
domattina a svegliarti saran le campane,
per questo ora dormi e lievita l’arte,
la comunità domattina ti saprà un po’ più forte.
Fotografia di proprietà dell’autore.