Punto, l’Almanacco della poesia italiana, letto da Emanuele Spano
Punto, l’Almanacco della poesia italiana, Puntoacapo editrice, 2016 Nota di lettura di Emanuele Spano
Sarebbe da chiedersi quale funzione assolva oggi un almanacco nel panorama della poesia contemporanea, se è vero che il discorso critico è sempre più disgregato e frammentario, se è vero che di libri di poesia se ne pubblicano tanti, forse troppi, e la rete straborda di slanci narcisistici, di versi lasciati in balia del circo mediatico, di recensioni abbozzate e note critiche improbabili. Certo non si vuole demonizzare in toto l’universo magmatico della rete in cui alcuni, e neppure pochi, portano avanti un discorso di qualità, continuando a parlare di poesia nei giusti termini, né rilanciare nostalgicamente il ritorno al cartaceo come strumento assoluto, piuttosto si vuole prendere atto della necessità di tracciare dei confini, di porre dei punti fermi dentro una realtà sempre più sfuggente e aleatoria.
L’almanacco Punto, giunto ormai al sesto numero, riparte quest’anno provocatoriamente proprio dalla rete, dentro cui trovano spazio le tante recensioni ai libri di poesia dell’ultimo anno, un progetto in fieri sorretto da una folta schiera di collaboratori che si assumono l’onere di recensire i titoli più significativi con lo scopo di fotografare lo status quo della poesia italiana. Il resto rimane sulla carta: i testi, i contributi critici, le interviste e la poderosa sezione dedicata alle voci straniere di Oltre confine, tradotte e annotate puntualmente. Sfogliando questo numero dell’almanacco, dopo aver archiviato le interviste a Giuseppe Conte e Mario Macario, poeti liguri per nascita o per adozione che si collocano ai lembi estremi di quella regione e incarnano due visioni della scrittura quasi antitetiche, ci si imbatte nelle dense “auto-antologie” di Vittorio Cozzoli e Massimo Morasso, poeti ancora profondamente diversi, a cui viene chiesto di segnalare una serie di testi che testimonino il loro percorso, e infine nella nutrita selezione di inediti che ospita voci tutte diverse tra loro eppure tutte rappresentative della poesia contemporanea, tra le quali spicca, per la sua forza tagliente, quella di Giovanna Sicari. Proprio alla memoria della Sicari è dedicato un intenso saggio di Gabriela Fantato che riflette sul dualismo tra corporalità e spiritualità nell’opera della poetessa milanese, saggio ambizioso che si affianca al commosso ricordo di Milo De Angelis in apertura della sezione antologica, saggio di grande spessore critico come quello coltissimo di Giuseppe Zoppelli sulla poesia di Fabio Pusterla o ancora quello militante e di grande acume filosofico di Marco Marangoni.
Si è già detto della ricchezza della sezione dedicata ai poeti stranieri che esplora aree geografiche molto diverse ed esperienze linguistiche al limite, come accade con i versi del poeta brasiliano Anderson Freitas, tradotto in italiano e in dialetto siciliano da Marco Scalabrino, o con quelli della giovane poetessa turca Müesser Yeniai, autrice e studiosa cosmopolita che testimonia un’altra idea di scrittura ai limiti dell’Europa, lungo il confine doloroso tra oriente e occidente, quello stesso confine tra due mondi a cui rinvia la scrittura di Reiner Kunze, poeta sopravvissuto alla disgregazione della Germania e all’isolamento della DDR che dal suo microcosmo – questa volta nel profondo dell’Europa centrale – ci racconta lo stupore del mondo.
Lo scopo di questo almanacco, insomma, non pare essere quello di tentare di ricondurre la vivace polifonia dell’universo poetico contemporaneo a una visione definita o definitiva, né quello di abbozzare un canone, non ha la pretesa di esaurire il discorso, di avere una risposta; piuttosto intende segnalare ciò che andrebbe salvato, ciò di cui bisognerebbe continuare a parlare, restituendo peso al discorso critico, spesso ridotto a un chiacchiericcio sterile o a una matassa di chiose, e restituendo valore a quei testi, spesso ingiustamente trascurati.
Emanuele Spano
Emanuele Spano (Novi Ligure, 1983) si è laureato a Pavia in Lettere Moderne sotto la guida di Clelia Martignoni e successivamente ha discusso una tesi di dottorato a Padova sulla lirica giovanile di Alessandro Parronchi, come allievo di Silvio Ramat. Sempre su Parronchi, ha pubblicato uno studio apparso sulla rivista «Forum Italicum» (1/ 2010) e ha curato il volume Riappari in forma nuova. Un autocommento inedito di Alessandro Parronchi (Mauro Pagliai, 2012). Ha curato, insieme a Davide Ferreri, le antologie Poesia in Piemonte e Valle d’Aosta (Puntoacapo, 2012) e Poesia in provincia di Alessandria (Puntoacapo, 2014). È redattore della casa editrice Puntoacapo, per la quale dirige la collana Collezione Letteraria ed è nella redazione dell’almanacco della poesia italiana Punto. Insegna materie letterarie negli istituti superiori di primo e secondo grado.
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