Alberto Padovani
Poeti con le maniche corte
Postfazione di Luca Ariano
Bertoni, 2021
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Ci racconta un aneddoto il poeta, spiegando nella pagina di prefazione il titolo di questa raccolta. Un amico un giorno, in un contesto conviviale, aveva affermato: “Il poeta deve essere serio, composto…voi siete poeti con le maniche corte!” E Alberto Padovani accetta la sfida – “Un poeta con le maniche corte, eterno dilettante (che agisce per diletto dunque): ecco quello che ci vuole oggi!” In realtà, poco si lascia qui al puro diletto ed entrambe le osservazioni, quelle dell’amico e quelle dell’autore, sono da considerare utili provocazioni. D’altra parte, come affrontare “con le maniche corte” il tema ritornante della morte, contestato addirittura alla Madonna – Dimmi allora, o bianca/ Regina/ A che dobbiamo, oggi/ Il trionfo della morte?
Alberto Padovani va dunque con fierezza per la sua strada, ci porta con lui nella bassa emiliana per raccontarci luoghi ed incontri, problemi sociali e ricordi lontani. La poesia che ci propone è in prevalenza versicolare, illuminata ogni tanto da domande improvvise – Com’è possibile/ Ti chiedi sommesso/ Nel transito diurno/ Che la vita ora/ Venga così a noia? Luca Ariano, poeta suo conterraneo qui nelle vesti di postfatore, sottolinea l’ampiezza degli argomenti trattati – dalla questione climatica alla recente pandemia, dall’intimità del ricordo al declino evidente della società occidentale – e conclude: “Il poeta mette in luce le contraddizioni, le idiosincrasie e le storture di un periodo non facile da decifrare e che solo la poesia, con le sue interrogazioni e riflessioni, ci può aiutare a comprendere appieno.”
L’ultima poesia sembra un omaggio alla leggerezza delle maniche corte: Van via sull’Emilia/ le auto vintage/ E le menti retrò… ma in tutta questa spensieratezza qualcosa non torna e una mancanza qualunque, precisa punta al cuore,
Antonio Fiori
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Battesimi
La potenza della morte
Si esprime a primavera
Con l’ansia da battesimi
Nel fonte s’incontrano
Le correnti profonde
I cieli inascoltabili
Salgono i cori
Freschi voti
Si apre la via del mare
Ogni cammino
Porta alla salvezza
Ogni camminante
Nei passi protende
La sua prima offerta
Il dono e la piazza
Nel sole più obliquo
Un cerchio di voci
Dimmi allora, o bianca
Regina
A che dobbiamo, oggi
Il trionfo della morte?
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La provincia
Esco, non più tanto spesso
Fuori orario,
insegna Esso
Il mio sguardo perso,
Lungo un lungo binario.
Sono io, la provincia di me stesso.
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Polverosa
Siamo di nulla
Ogni mattina
Prendiamo la via
Polverosa
Dei nostri padri
Lo stesso sole
Persi in una storia
Inascoltata.
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Alberto Padovani nasce a Colorno (Pr) nel 1970. Si appassiona gradualmente alla poesia, e insieme alla scrittura di canzoni, attività artistiche che prosegue in parallelo, con occasioni di interazione reciproca. L’esordio come poeta è nel 2009, con “Poesie raccolte”, edito dalla locale TLC. Nel 2010 esce “Il setaccio nel fiume” (autoproduzione), ispirato all’Antologia di Spoon River e utilizzato per diverse letture pubbliche con musica.
Nel 2013 esce La poesia sociale (autoproduzione). Contemporaneamente viene aperta una pagina Facebook, ancora oggi attiva: La poesia sociale di Alberto Padovani. Nel 2017 pubblica Il Manutentore (Zona), curato da Luca Ariano, con la collaborazione di Camillo Bacchini. Tra i riconoscimenti, il Premio Padus Amoenus (2011, 2012, 2019) e il Premio Cinque Terre (2012). Nel 2019 riceve una segnalazione al Premio Giorgi di Sasso Marconi, Sezione Poesia Originale. Partecipa a varie antologie, tra le quali Testimonianze di voci poetiche. 22 poeti a Parma Puntoacapo, 2018.