«Parole all’orlo» – Philip Larkin

«Parole all’orlo», rubrica di traduzioni a cura di Giovanni Ibello e Mattia Tarantino – Philip Larkin

*

Finestre alte

Quando vedo una coppia di ragazzi
e immagino che lui se la chiava, che lei
prende la pillola o porta il diaframma
penso “questo è il paradiso
che ogni vecchio ha sognato per una vita intera”.
Catene e riti buttati via da qualche parte
come una vecchia mietitrebbia
e tutti i giovani che scivolano
verso la felicità, senza fine. Mi chiedo
se quarant’anni fa qualcuno mi ha
guardato pensando “così dev’essere la vita,
niente più Dio, basta sudare nel buio
pensando all’inferno e cose simili;
e perché mai celare quello che pensi del prete?
Lui e i suoi sgherri scivoleranno via
come liberi uccelli di sangue”. E subito,
più delle parole, penso alle finestre alte:
il vetro che assorbe il sole
e lì nell’oltre-azzurro, un’aria profonda che non dice niente
e non è da nessuna parte. E non finisce.

Traduzione di Giovanni Ibello

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High windows

When I see a couple of kids
And guess he’s fucking her and she’s
Taking pills or wearing a diaphragm,
I know this is paradise
Everyone old has dreamed of all their lives—
Bonds and gestures pushed to one side
Like an outdated combine harvester,
And everyone young going down the long slide
To happiness, endlessly. I wonder if
Anyone looked at me, forty years back,
And thought, That’ll be the life;
No God any more, or sweating in the dark
About hell and that, or having to hide
What you think of the priest. He
And his lot will all go down the long slide
Like free bloody birds. And immediately
Rather than words comes the thought of high windows:
The sun-comprehending glass,
And beyond it, the deep blue air, that shows
Nothing, and is nowhere, and is endless.

*

Gli alberi

Gli alberi vengono alle foglie
come qualcosa appena accennato;
nuovi germogli crescono e si stendono,
il loro verde è una penitenza.

È che rinascono e noi
invecchiamo? No, muoiono,
il trucco di apparire nuovi ogni
anno è scritto nei cerchi del legno.

Eppure questi castelli irrequieti
ogni maggio perdono la chioma.
Lo scorso anno è morto, sembrano dire,
e un altro ne comincia, e comincia, comincia.

Traduzione di Mattia Tarantino

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The trees

The trees are coming into leaf
Like something almost being said;
The recent buds relax and spread,
Their greenness is a kind of grief.

Is it that they are born again
And we grow old? No, they die too,
Their yearly trick of looking new
Is written down in rings of grain.

Yet still the unresting castles thresh
In fullgrown thickness every May.
Last year is dead, they seem to say,
Begin afresh, afresh, afresh.

*

Parlare a letto

Niente dovrebbe essere più semplice
di parlare a letto, stendersi insieme
è un rito antico, è l’emblema
di due persone reciprocamente oneste.
Eppure, sempre più tempo si passa in silenzio.
Fuori, un’ansietà di vento
raggruppa e disperde le nuvole nel cielo.
E città oscure si annunciano all’orizzonte.
A nessuna di queste cose importa veramente di noi.
E niente ci spiega perché
a questa siderale distanza dalla solitudine
sia invece sempre più difficile, almeno per una volta,
trovare parole oneste e gentili
o almeno non false, non meschine.

Traduzione di Giovanni Ibello

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Talking in bed
Talking in bed ought to be easiest,
Lying together there goes back so far,
An emblem of two people being honest.
Yet more and more time passes silently.
Outside, the wind’s incomplete unrest
Builds and disperses clouds in the sky,
And dark towns heap up on the horizon.
None of this cares for us. Nothing shows why
At this unique distance from isolation
It becomes still more difficult to find
Words at once true and kind,
Or not untrue and not unkind.

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I giocatori di carte

Jan van Hogspeuw barcolla verso la porta
e piscia al buio. Fuori, la pioggia
scorre dai solchi dei carri nel viottolo.
Dentro, Dirk Dogstoerd si versa ancora da bere
e con le pinze avvicina un tizzone alla pipa
sfumacchiando. Il vecchio Prijck russa con la burrasca,
testa ossuta bruciacchiata; qualcuno dietro beve birra,
sguscia cozze e stona passi di canzonette
guardando i prosciutti sulle travi.
Dirk smazza. Fradici alberi secolari
urtano la notte senza stelle che circonda
questa bettola illuminata, dove Jan si gira e scorreggia,
crolla sulla brace e sbatte la regina di cuori.

Pioggia, vento e fuoco! La segreta, bestiale pace!

Traduzione di Mattia Tarantino

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The Card-Players

Jan van Hogspeuw staggers to the door
And pisses at the dark. Outside, the rain
Courses in cart-ruts down the deep mud lane.
Inside, Dirk Dogstoerd pours himself some more,
And holds a cinder to his clay with tongs,
Belching out smoke. Old Prijck snores with the gale,
His skull face firelit; someone behind drinks ale,
And opens mussels, and croaks scraps of songs
Towards the ham-hung rafters about love.
Dirk deals the cards. Wet century-wide trees
Clash in surrounding starlessness above
This lamplit cave, where Jan turns back and farts,
Gobs at the grate, and hits the queen of hearts.

Rain, wind and fire! The secret, bestial peace!