«Parole all’orlo» – Anne Sexton

«Parole all’orlo», rubrica di traduzioni a cura di Giovanni Ibello e Mattia Tarantino. Due poesie di Anne Sexton

Quando l’uomo entra nella donna

Quando l’uomo,
entra nella donna,
come l’onda scava la riva,
ancora e ancora,
e la donna gode e spalanca la bocca
e i denti le luccicano
come un alfabeto,
appare il Logos che munge una stella,
e l’uomo
dentro la donna
stringe con lei un nodo
perché loro
mai più si separino
e la donna diventa un fiore
che inghiotte lo stelo
e il Logos appare
e sprigiona i loro flutti.
Quest’uomo,
questa donna
con la loro reciproca fame
hanno sfiorato l’altrove
la cortina di Dio,
e ci sono riusciti per un momento
ma è Dio
che nella Sua perversione
scioglie il nodo.

Traduzione di Giovanni Ibello

When man enters woman

When man,
enters woman,
like the surf biting the shore,
again and again,
and the woman opens her mouth with pleasure
and her teeth gleam
like the alphabet,
Logos appears milking a star,
and the man
inside of woman
ties a knot
so that they will
never again be separate
and the woman
climbs into a flower
and swallows its stem
and Logos appears
and unleashes their rivers.
This man,
this woman
with their double hunger,
have tried to reach through
the curtain of God
and briefly they have,
though God
in His perversity
unties the knot.

Anne Sexton, da The Awful Rowing Toward God, in Anne Sexton, The Complete Poems, 1981

***

Gesù convoca a Sé

Gesù vide Lazzaro.
Lazzaro probabilmente in cielo,
morto come una pera
e dello stesso colorito verdastro.
Gesù pensò di convocarlo
a Sé dal sepolcro.
Oh incappucciato, gridò,
vieni a Me.
Lazzaro sorrise col sorriso dei morti,
come un pazzo che succhia una pietra smunta.
Oh incappucciato,
gridò Gesù,
ma non accadde nulla.
Il Signore parlò a Gesù
e gli diede istruzioni.
Prima Gesù riattaccò i polsi,
poi incastrò l’osso iliaco,
pizzicò la colonna vertebrale
e vi montò il cranio.
Lazzaro era assemblato.
Gesù poggiò la bocca su quella di Lazzaro
e per un istante fra loro passò la corrente.
Ci fu tenerezza.
Gesù strofinò tutta la carne di Lazzaro
e alla fine il cuore, vecchietto ferito,
ripartì suo malgrado.
Lazzaro aprì un occhio. Vegliò.
Allora Gesù lo prese in braccio
e lo mise sui suoi due piedi sconsolati.

La sua anima gocciolò dal cielo.
Grazie, disse Lazzaro,
perché in cielo non era diverso.
In cielo nulla era cambiato.

Traduzione di Mattia Tarantino, Procida – Buenos Aires, luglio ’22

***

Jesus Summons Forth

Jesus saw Lazarus.
Lazarus was likely in heaven,
as dead as a pear
and the very same light green color.
Jesus thought to summon him
forth from his grave.
Oh hooded one, He cried,
come unto Me.
Lazarus smiled the smile of the dead
like a fool sucking on a dry stone.
Oh hooded one,
cried Jesus,
and it did no good.
The Lord spoke to Jesus
and gave Him instructions.
First Jesus put on the wrists,
then He inserted the hip bone,
He tapped in the vertebral column,
He fastened the skull down.
Lazarus was whole.
Jesus put His mouth to Lazarus’s
and a current shot between them for a moment.
Then came tenderness.
Jesus rubbed all the flesh of Lazarus
and at last the heart, poor old wound,
started up in spite of itself.
Lazarus opened one eye. It was watchful.
And then Jesus picked him up
and set him upon his two sad feet.

His soul dropped down from heaven.
Thank you, said Lazarus,
for in heaven it had been no different.
In heaven there had been no change.