Paola Loreto è nata a Bergamo e insegna Letteratura americana all’Università degli Studi di Milano. Ha pubblicato L’acero rosso (2002); Addio al decoro (2006); La memoria del corpo (2007); In quota (2012); la plaquette Spiazzi dell’acqua (2008); le sillogi Transiti (2009) e Conoscenza della neve (2012), oltre a una silloge di poesie sulla montagna (Premio Benedetto Croce 2003) e numerosi testi in rivista e in volumi collettanei. È stata poète en residence al Centre de Poésie et Traduction della Fondation Royaumont (Parigi). Ha curato il “LucaniaPoesiafestival” (2005 e 2008) e ha fatto parte delle giurie del “Premio San Pellegrino”, “Tirinnanzi”, e “Subway-poesia”. Traduce i poeti americani e collabora a «Poesia».
Paola Loreto, da “case spogliamenti”:
Colpisce, nel nuovo libro di Paola Loreto, il movimento lucido del pensiero poetico, la ricerca di una parola n spoglia, affilata, che vuole, come leggiamo nel primo componimento, dire «l’inevitabile», guardarlo frontalmente, abolendo tutto ciò che non entra in quello sguardo, che non risulta necessario al suo procedere.Il tema-cardine è subito posto con precisione nella poesia incipitaria: la distanza che separa ciò che siamo da ciò che avremmo potuto essere, la percezione del «limite», «lama» che «sventra il sogno / di divenire», condannandoci a ciò che siamo. Ma già il componimento successivo introduce il motivo del cambiamento: il sogno persiste, sembra anzi caricarsi, proprio per effetto di quella «lama», di nuove valenze. La morte stessa, come leggiamo nel terzo movimento della sezione, è sì l’incarnazione più compiuta del «limite», ma non può intaccare la vita: può solo portarla a compimento. […]
Giancarlo Pontiggia
Il limite che entra nella vita
come una lama non fa male.
Separa chi sono da chi sarei
potuta essere. Sventra il sogno
di divenire. Come un occhio
che vede solo di fronte,
guarda l’inevitabile.
*
Mi hanno tolto una vita.
È rimasta quella che avevo
e mi piaceva perché
sarebbe cambiata.
*
La morte non danneggia la vita.
La mangia e non la intacca:
prosegue verso la sua meta.
Completa la corsa.
estratto da Atelier 79 – “Pre o Post” (Dicembre 2015)