Nutsiko Dekanozishvili
(inediti)
traduzione dal georgiano di Nunu Geladze
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Novembre veneziano
È forse facile resistere a questo giallore
mentre ti assedia l’autunno?!
Mentre ingialliscono cielo e selciato
e invano stenti a fuggire da questo giallore ?!
Gridi e corri nell’aere giallastra
e come una macchia minuta, anche tu avvizzita,
balugini, ti sciogli, ti riversi e ti vesti d’autunno.
È forse facile sopportare questo giallore
mentre si disgregano cellule di fegato
come i tuoi vecchi amici?!
E ti sfugge un singulto soffocato,
perché la strada hai sbagliato,
perché il ponte giusto non hai trovato,
perché inadeguatamente hai amato
e nemmeno ora conosci qual è l’amore adeguato.
Ti fermi, poi corri in questo autunno insopportabilmente giallo,
ove per caso ti sei trovata,
ove neanche la verdeggiante acqua può salvare quest’ autunno imponente
e ti abbaglia gli occhi l’aria assai ingiallita,
ove ti fermi e li copri con le mani
per sentire che esisti ancora …
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Ponte delle Tettes -? ??????? ?????????? ???????,
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Per coloro che persero la testa
Ecco, qui la persi per la prima volta,
cadde e rotolò mentre bruciava la casa,
non che bruciasse – gemeva da dentro
e dalla bocca il fumo esalava.
Non che cadde – riarse;
io stavo fuori e papà là, dentro.
Cadde e rotolando sparì non si sa dove…
In tali casi è piuttosto importante la combustione lenta–
senza ossigeno, priva di emozione, di ardere;
in questi casi l’inferno stesso
un nevaio di biancore smagliante ti sembra…
Poi, con il passare degli anni,
appena l’ebbi riavuta , nuovamente cadde
perché m’innamorai di un uomo,
no, in verità, lo inventai –
l’uomo che mi fece perdere
la testa che cadde di nuovo;
me la tolse e la fece rotolare
così abilmente che anch’io l’aiutavo.
Percepì la morte e rotolò di nuovo,
ma questa volta precipitò in discesa;
rotolò a lungo e via via si appiccicò
di tutti gli strazi travolti per strada;
e si ingrandì così smodatamente
che non reggeva, cadeva e rotolava.
Lì dove trovò rammarico, dove s’innamorò,
dove era amata, dove è stata fucilata,
non poté reggere e rotolò definitivamente.
Ora crollata e ovunque avvistata, viene sputata ,
viene calpestata, a volte accarezzata.
Ovunque vada perdo la mia testa senza corpo.
Ecco, una qui giace a Venezia, in pieno centro,
sul dorso del Ponte delle Tette e non sa più che fare;
un’altra, immersa nella laguna spumeggiante,
mi spaventa con il sorriso disperato
di coloro che persero la testa.
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Dio, perdona le mie poesie!
Ma che sciocchezze! Basta poesia… Non veglio più versi!
Anziché le preci, sono insulsi per cui, raccolgo le parole,
domani di loro farò un incendio!
Dio, perdona le mie poesie, sono solo dolori estratti dal sacrilego;
mi giungono i venti di sfiducia,
rimango svuotata con i versi nei pensieri…
Nutsiko Dekanozishvili è nata a Telavi in Geogia nel 1973. E’ stata giornalista free-lance e corrispondente televisiva. Nel 1999 ha vinto il concorso per diventare conduttrice televisiva di una trasmissione finanziata dal Fondo Eurasia. Nel 2011 ha conseguito la Laurea in Dottore di Filologia e attualmente lavora come Professoressa associata di Letteratura presso l’Università Statale di Telavi. A sua firma sono inoltre un testo scientifico e due raccolte di poesia. Suoi testi o interventi vengono regolarmente pubblicate su riviste o quotidiani. E’ stata nominata scrittrice dell’anno nel 2011 dal Giornale “Ciueni Mtzerloba”. Attualmente è ricercatrice post-dottorato all’Universita di Ca’ Foscari di Venezia.
Fotografia di proprietà dell’autrice.