Luna Miguel (Madrid, 1990) vive a Barcellona dove lavora come giornalista ed editrice. È autrice dei seguenti libri di poesia: Estar enfermo (2010), Poetry is not dead (2010), Pensamientos estériles (2011) e La tumba del marinero (2013). Diverse selezioni di queste opere sono state tradotte e pubblicate all’estero: Bluebird and Other Tattoos (2012), negli Stati Uniti; Musa ammalata (2012) in Italia e Más allá de la quietud (2013) in Argentina. Ha inoltre pubblicato il racconto Exhumación, scritto con Antonio J. Rodríguez; ha editato l’antologia Tenían veinte años y estaban locos, Sangrantes y Vomit; ha tradotto o presentato opere di Marcel Schwob, Ted Hughes, Anna Achmátova, Mary Jo Bang e Arthur Rimbaud; é stata selezionata come una delle voci poetiche del progetto internazionale 89plus.
Luna Miguel
(inediti)
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DEFINICIÓN DEL VIENTRE
Todo está entre el pecho y la vagina. Todo lo importante
está y seguirá estando aunque quizá las nubes se hayan ido
y sólo quede hierba, muchísima hierba, escondida bajo la alfombra.
La mascota soy yo. La mascota se saca de paseo a sí misma
en un acto de tranquila rebeldía. La mascota no conoce el verano.
La mascota se come a sí misma en un acto de amor. La mascota
tiene órganos y todos se encuentran entre el pecho y la vagina.
De qué manera podríamos definir el vientre. De qué manera
la caja torácica esconde otra materia gris. El estómago
está entre el pecho y la vagina. Más lejos o más cerca que los nervios.
Más lejos o más cerca que el amor de la mascota.
Todo se alinea y queda hierba. Mucha. Muchísima hierba.
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LA ABUELA DICE HAY QUE COMER BIEN Y ENTONCES ABRE UNA NEVERA CON MI CADÁVER DENTROì
No quiero pensar que lo que digo es importante, trabajo para que cuanto diga alguna vez importe. No quiero pensar que lo que como es sano, cocino para preservar la dignidad de cuanto creo sagrado. No quiero ser natural, no quiero la naturaleza en mí porque todo es naturalmente vulgar en estos huesos. No quiero decir: aquí estoy, esto soy yo otra vez y de nuevo aquí me tenéis es mi egoísmo el que os saluda. No quiero nombrar todas las cosas, sólo amar a cuantas se me antojen. Lo correcto será mi decisión. Lo incorrecto: una forma de vida.
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DONALD COME PAVO
Nos obligaron a nombrar los planetas. A señalarlos de memoria en el esquema ondulado del sistema solar. Sabíamos planetas y sabíamos órganos. Una vez nos olvidamos de Júpiter. Otra vez nos olvidamos del Páncreas.
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¿Has visto? Está llorando el perro del vecino y a nadie le preocupa.
¿Tes has dado cuenta? En este capítulo el Pato Donald come pavo por Navidad y a nadie le espanta.
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Aliño con mi sangre una ensalada de frutas.
Aparto cadáveres con elegancia.
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Nos obligaron a comernos los planetas. A señalarlos con gula y ansiedad. Deseábamos planetas y deseábamos órganos. Una vez amamantamos sin leche. Otra vez amanecimos sin máscara.
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(traduzioni dallo spagnolo di Prisca Agustoni)
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DEFINIZIONE DEL VENTRE
Tutto sta tra il petto e la vagina. Tutto ciò che importa
si trova e si troverà ancora malgrado forse le nuvole se ne siano andate
e rimanga solo l’erba, moltissima erba, nascosta sotto il tappeto.
Sono io la mascotte. La mascotte va a fare un giro da sola
in un atto di tranquilla ribellione. La mascotte non conosce l’estate.
La mascotte si mangia se stessa in un atto d’amore. La mascotte
ha organi e tutti si trovano tra il petto e la vagina.
In che modo potremmo definire il ventre. In che modo
la cassa toracica nasconte un’altra materia grigia. Lo stomaco
si trova tra il petto e la vagina. Più lontano o più vicino dei nervi.
Più lontano o più vicino dell’amore della mascotte.
Tutto si allinea e resta l’erba. Molta. Moltissima erba.
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LA NONNA DICE BISOGNA MANGIARE BENE QUINDI APRE UNA GHIACCIAIA CON DENTRO IL MIO CADAVERE
Non voglio pensare che ciò che dico sia importante, lavoro perché ciò che dico importi una qualche volta. Non voglio pensare che ciò che mangio sia sano, cucino per preservare la dignità di quanto credo sia sacro. Non voglio essere naturale, non voglio la natura in me perché tutto é naturalmente volgare in queste ossa. Non voglio dire: sono qui, questo sono io di nuovo e ancora qui mi avete chi vi saluta é il mio egoismo. Non voglio nominare tutte le cose, solo amare quelle che mi pare e piacciano. Ciò che è corretto sarà la mia decisione. Ciò che è scorretto: una forma di vita.
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PAPERINO MANGIA TACCHINO
Ci hanno costretti a nominare i pianeti. A segnalarli nello schema
ondulato del sistema solare. Conoscevamo pianeti e conoscevamo organi. Una volta
ci dimenticammo di Giove. Un’altra volta ci dimenticammo del Pancreas.
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Hai visto? Piange il cane del vicino e nessuno se ne preoccupa.
Ti sei reso conto? In questo capitolo Paperino mangia tacchino per Natale
e questo non spaventa nessuno.
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Condisco con il mio sangue una macedonia.
Scosto cadaveri con eleganza.
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Ci hanno costretti a mangiarci i pianeti. A segnalarli con golosità ed ansia.
Desideravamo pianeti e desideravamo organi. Una volta allattammo senza latte.
Un’altra volta ci svegliammo senza maschere.
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Luna Miguel (Madrid, 1990) vive a Barcellona dove lavora come giornalista ed editrice. È autrice dei seguenti libri di poesia: Estar enfermo (2010), Poetry is not dead (2010), Pensamientos estériles (2011) e La tumba del marinero (2013). Diverse selezioni di queste opere sono state tradotte e pubblicate all’estero: Bluebird and Other Tattoos (2012), negli Stati Uniti; Musa ammalata (2012) in Italia e Más allá de la quietud (2013) in Argentina. Ha inoltre pubblicato il racconto Exhumación, scritto con Antonio J. Rodríguez; ha editato l’antologia Tenían veinte años y estaban locos, Sangrantes y Vomit; ha tradotto o presentato opere di Marcel Schwob, Ted Hughes, Anna Achmátova, Mary Jo Bang e Arthur Rimbaud; é stata selezionata come una delle voci poetiche del progetto internazionale 89plus.
www.lunamiguel.com
Fotografia di proprietà dell’autrice.
Prisca Agustoni (Canton Ticino, Svizzera, 1975). Dal 1994 al 2002 vive a Ginevra dove si laurea in Letterature ispaniche e filosofia ottenendo inoltre un Master in Gender Studies con una tesi riguardante la rappresentazione della donna mulatta o nera nella poesia prodotta durante il movimento avanguardista cubano (poesia negra o negrismo) e nei paesi ispanici marcati dalla presenza della popolazione afro-discendente. Dal 2003 vive tra Juiz de Fora, in Brasile -dove insegna letteratura italiana e comparata all’Università- e la Svizzera. E’ poeta, prosatrice, drammaturga. Traduce in portoghese autori italofoni (Elisa Biagini, Fabio Pusterla, Milo De Angelis, Valerio Magrelli per citarne una manciata) e di lingua francese (Julien Burri); autori ispanici (Jenaro Talens, Alejandra Pizarnik, Alfonsina Storni).
Traduce in italiano autori di lingua portoghese (Paula Tavares, ma anche molti contemporanei brasiliani) e francesi (Claire Genoux).
Scrive in italiano, francese, spagnolo e portoghese o si auto-traduce. Tra le numerose pubblicazioni in prosa e poesia, si ricorda Poesie scelte (2000-2012) pubblicato nel 2013 da Giuliano Ladolfi Editore col sostegno di Pro Helvetia (Fondazione Svizzera per le Arti).