Michele Ortore è nato a San Benedetto del Tronto nel 1987. Sta frequentando il dottorato di ricerca in Linguistica Storica, Linguistica Educativa e Italianistica. L’Italiano, le altre Lingue e Culture all’Università per Stranieri di Siena. Ha pubblicato la monografia La lingua della divulgazione astronomica oggi (Fabrizio Serra Editore, 2014) e la raccolta di poesie Buonanotte. occhi di Elsa (Vydia, 2014). Ha collaborato con gli speciali sulla lingua italiana del portale Treccani.it, con l’INVALSI e con Mondadori Education per il progetto Devoto-Oli Moderno. È giornalista pubblicista e ha scritto di teatro e poesia per Atelier, Krapp’s Last Post e i Quaderni del Teatro di Roma.
Michele Ortore
(inedito)
Tecnico luci
Umberto collega le luci all’altare,
avvita gli sguardi al grand’arco sospeso
o a tre nanometri dal respiro dell’uomo,
punta i faretti alle volte invisibili
la radice sta uscendo dal chiostro degli occhi
c’è chi non si è accorto, sul palco
il seme si è schiuso dentro a una tibia
la bellezza inciampa per lo sgambetto di un tecnico,
ferma lì, sta nel passo alzato sul legno:
la forza contro cui sollevi le luci
permette il ritmo e permette la voce:
“Tagli da una parte, metti dall’altra”.
“Ragazza, siamo bugie del vento”
ricordava d’aver detto sullo scoglio
mentre alzando il braccio di meridiana
lei in piedi indicava un ronzio d’ali,
uno gnomone di carne sul granito
sui piedi un’ombra che nemmeno Bob Wilson
quel faro tutto aperto nel cielo
senza cavi, senza americane, le stanghe
piegava in luci sottese, calcine
sulle pareti invisibili del mare.
Umberto decise quel giorno
di fare il tecnico e basta, senza vene d’artista,
sebbene anche lui, come il concorrente in alto,
si divertisse a dar vita coi gesti ad un palco.
Nel disegnare le luci, il suo lavoro lo conosce soltanto
stringendo la mano dei pochi (critici
senza sigaretta) che in fondo alle poltrone
hanno scoperto i suoi giochi cinesi.
Se la scena è lunga, i fari fermi, Umberto legge
Tex, City Hunter, Dylan Dog, Ken il Guerriero.
In ogni caso,
soltanto fumetti in bianco e nero.
Michele Ortore è nato a San Benedetto del Tronto nel 1987. Sta frequentando il dottorato di ricerca in Linguistica Storica, Linguistica Educativa e Italianistica. L’Italiano, le altre Lingue e Culture all’Università per Stranieri di Siena. Ha pubblicato la monografia La lingua della divulgazione astronomica oggi (Fabrizio Serra Editore, 2014) e la raccolta di poesie Buonanotte. occhi di Elsa (Vydia, 2014). Ha collaborato con gli speciali sulla lingua italiana del portale Treccani.it, con l’INVALSI e con Mondadori Education per il progetto Devoto-Oli Moderno. È giornalista pubblicista e ha scritto di teatro e poesia per Atelier, Krapp’s Last Post e i Quaderni del Teatro di Roma.
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