Melania Panico (Napoli 1985) è laureata in Filologia Moderna. Ha lavorato nel settore editoriale. Insegna italiano e latino. Alcuni suoi testi sono stati pubblicati in antologie, tra cui “Zenit volume II” (Milano, La Vita Felice, 2016). È Premio Speciale della giuria nel concorso nazionale di poesia “città di S. Anastasia” nel 2014; vincitrice, per la sezione inediti, del premio “La fenice aquilana” e del premio “Ambrosia” nel 2015; vincitrice del premio Gozzano, 2016. La sua opera prima è Campionature di fragilità (Milano, La Vita Felice, 2015; premio Opera Prima “città di S. Anastasia”; finalista al premio Elena Violani Landi, 2016). Collabora con la rivista letteraria ClanDestino e con varie testate di approfondimento culturale. È responsabile del salotto letterario di “ArtGallery&Salotto Letterario Design” di Napoli.
Melania Panico
(inediti)
Gli armadi svuotati, i nostri asili
la fatica di smettere gli abiti
compensare il sangue con le scuse
levare la fiamma alta degli occhi
e ripetere tutto torna tutto torna
e mai come prima
Maria cammina scalza sul parquet
dal fondo delle sue note
mi parla, dice vedi sono cambiata anch’io
ora qui fuori è tutta tempesta
ora qui dentro resta il fiore massiccio
non so più scolorire
quale angolo del suo viso
andrà a coprire questa volta
la aspetto nella stanza accanto
seguo l’indice delle sue rughe
la paura ha un dettato silenzioso, sempre.
*
scelgo un bar a caso il momento sbagliato
piango ascoltando musica da spotify
queste medicine mi danno alla testa
tutto l’acciaio e poi le lacrime facili
il salmone in forno e l’acqua bollente della doccia
i capelli perdono colore noi cosa abbiamo perso?
io non dimentico niente non dimentico niente
metto su un film brutto lo stoppo ne metto un altro
lo chiudo tossisco e fumo e anche così
non me la ricordo la strada di casa so che è vicina
ma forse è una sensazione sbagliata
come quando ho scelto il bar e tu non c’eri più
*
Ci siamo salutati nella casa inquieta
io avevo un vestito bianco perfetto
e addosso una luce nuova
come di famiglia
ho inventato tante volte il profilo delle foglie
non erano come le descrivevi tu
e quando sono andata via
mi hai detto so che non ci rivedremo
che il sangue si è spezzato
e poi ho raccontato ancora questa storia
a chi non era capace di ascoltare
perché il tempo non sistema le cose:
semplicemente le colloca negli angoli giusti
Melania Panico (Napoli 1985) è laureata in Filologia Moderna. Ha lavorato nel settore editoriale. Insegna italiano e latino. Alcuni suoi testi sono stati pubblicati in antologie, tra cui “Zenit volume II” (Milano, La Vita Felice, 2016). È Premio Speciale della giuria nel concorso nazionale di poesia “città di S. Anastasia” nel 2014; vincitrice, per la sezione inediti, del premio “La fenice aquilana” e del premio “Ambrosia” nel 2015; vincitrice del premio Gozzano, 2016. La sua opera prima è Campionature di fragilità (Milano, La Vita Felice, 2015; premio Opera Prima “città di S. Anastasia”; finalista al premio Elena Violani Landi, 2016). Collabora con la rivista letteraria ClanDestino e con varie testate di approfondimento culturale. È responsabile del salotto letterario di “ArtGallery&Salotto Letterario Design” di Napoli.
Fotografia di proprietà dell’autrice