Mario De Santis è nato a Roma nel 1964, vive a Milano. Come poeta ha pubblicato due raccolte “Le ore Impossibili” (Empiria,2007) e La polvere nell’acqua (Milano, Crocetti, 2012). Si occupa da sempre di poesia e critica letteraria, collaborando a riviste cartacee e online. E’ giornalista radiofonico, dal 1988 autore e conduttore di svariate trasmissioni culturali di cui ha seguito sempre personalmente la pagina dei libri e delle interviste agli autori. Dal 2010 è nella redazione di Radio Capital. I testi qui presentati sono estratti dalla raccolta Sciami pubblcata da Ladolfi Editore e in uscita il 18 novembre 2015.
Mario De Santis
da Sciami
(in uscita il 18 novembre 2015 per Ladolfi Editore)
(Il giorno, fuori)
Arrivo con il tram dove Milano non esiste ancora
per ogni passeggero la strada si dirama, è un delta
di piazze e di cantieri abbandonati e ha svolte, all’improvviso.
noi le passiamo e tutto corre in noi, ritardo senza peso
le mattine delle città sono già fiumi scontrosi e senza vuoti.
eppure le coincidenze fanno ogni persona
o il suo corpo che va da lievità a posa informe,
un’esistenza – e c’è chi sciama via per un batterio,
per l’invisibile che si nasconde all’aria.
Il rifugiato che abita il riposo
illecito, in corpo ha cielo ed ha prigione;
la libertà di fatto cerca facili indirizzi.
Ben venga allora morire per la prima volta
nel tuo respiro e poi restare avvolto da correnti,
nell’impazienza ascolto la moltitudine di avvisi
e nomi in codici. Crolli minimi che sento
intorno come fioritura,
avverto del palazzo, del pericolo e lontano
un altro posto da occupare. Così fermo la fuga
aprendo un porta all’improvviso, salutando.
(la notte, dentro)
È nel muro di calce viva la telecamera che sgrana
volti e luci in cui rifletto e vivo, in cui sconfino:
è un panorama bianco di feste all’improvviso, di bar, di frenesia
con la città d ‘estate che si circonda di incendi periferici.
Le conseguenze mai capite di una vita che si allontana,
come una fuga senza inseguitori, sta nella pace dei ritratti
conservati negli archivi di controllo: i visi sconosciuti,
malcerti nello sguardo, pallidi e senza febbre,
lì durano per essere scordati, li solo siamo noi.
Ed è su questo muro illuminato che mi fermo,
stretto dal suo calore postumo, la sera.
Divento anch’io di fumo e d’ombra moltiplicata,
un taglio di fotogrammi. Tutte queste vene scollegate,
come un museo di elenchi telefonici, la folla unita
in una mappa casuale che non trattiene un solo nome:
i sogni pure sono lasciati al vago ormai
e se ascolto il mio, so che è l’assurdo mormorìo
che viene dal fondo della via, dalla porta appena schiusa
dell ’uscita d’emergenza.
(Christian Boltanski, Les abbonés du téléphone, 2000, installazione)
(Milano piazza Gramsci)
La distanza tra me e una coppia di cinesi
è la minima innocenza che adesso chiede il mondo.
Loro che hanno fame di abitare
io invece mi perdo nella sosta, la pausa della noia.
Loro chiudono in corpo un amore senza accordi
ma con passi di precisione studiano le mappe
invece io sono immondo e illusionista
dimentico dell’afasia, dei giorni che mi aspetto;
loro al telefono cercando un posto dove stare;
ed io, che sarò quello che perdo il mio, sto via dalla mia vista.
Mario De Santis è nato a Roma nel 1964, vive a Milano. Come poeta ha pubblicato due raccolte “Le ore Impossibili” (Empiria,2007) e La polvere nell’acqua (Milano, Crocetti, 2012). Si occupa da sempre di poesia e critica letteraria, collaborando a riviste cartacee e online. E’ giornalista radiofonico, dal 1988 autore e conduttore di svariate trasmissioni culturali di cui ha seguito sempre personalmente la pagina dei libri e delle interviste agli autori. Dal 2010 è nella redazione di Radio Capital. I testi qui presentati sono estratti dalla raccolta Sciami pubblcata da Ladolfi Editore e in uscita il 18 novembre 2015.
Fotografia di proprietà dell’autore.